Fotografare le donne. Intervista a Ellen von Unwerth
Parola alla fotografa ed ex modella divenuta celebre per gli scatti che vedono protagoniste le sue colleghe. Celebrando l’indipendenza e l’energia del genere femminile.
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“Le donne che immortalo nelle mie fotografie sono soggetti e non oggetti”, ci tiene a precisare fin da subito Ellen von Unwerth (Francoforte sul Meno, 1954), fotografa di moda tra le più rinomate e quotate a livello internazionale, mentre ci mostra i trenta scatti che compongono Ladyland, la sua personale londinese allestita all’Opera Gallery fino al 18 maggio.
Agli inizi degli Anni Novanta, epoca in cui le attrici hollywoodiane facevano da padrone sui rotocalchi di tutto il mondo, la fotografa tedesca ha contribuito alla nascita del culto delle supermodel, lanciando le fulgide carriere delle allora giovanissime Claudia Schiffer, Naomi Campbell e Kate Moss.
Come è cominciato il tuo percorso di fotografa?
Avevo trent’anni e la mia carriera come modella era ormai giunta al termine. Non sapevo cosa fare della mia vita, quando il mio fidanzato mi ha regalato una macchina fotografica e mi ha spiegato: “ci sono un più, un meno e un cerchio, quando il cerchio si illumina, clicca!”. E questo è stato il mio corso accelerato di fotografia. Avevo un viaggio previsto in Kenya e l’ho documentato con fotografie dei villaggi e delle persone che ho incontrato. Ho mostrato gli scatti a un’amica che allora dirigeva un magazine e ne è rimasta colpita. Da quel momento non mi sono più fermata.
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Ellen von Unwerth, Kate & David, Kate Moss and David Bowie, Q Magazine, 2003
Come hai scelto gli scatti per questa mostra?
Ladyland è per me una mostra che celebra la femminilità attraverso il mio trentennale percorso come fotografa di moda. Gli scatti sono stati scelti assieme al curatore e direttore della galleria Sebastien Plantin e abbiamo deciso di includere in questa retrospettiva vari periodi della mia carriera: dalle più iconiche fotografie in bianco e nero di Claudia Schiffer, Naomi Campbell e Kate Moss, fino ai più recenti scatti che rappresentano una parodia dei costumi tipici della Bavaria, mia terra d’origine.
Come donna ritieni che il tuo modo di rappresentare una modella sia differente da quello di un fotografo?
Ogni persona può interpretare a modo suo una modella, però io penso d’avere una posizione privilegiata per immortalare figure femminili in quanto donna ed ex modella. Le capisco, so cosa provano e siamo tutte amiche. Quello che ci lega è un rapporto alla pari e sul set non mancano mai musica a tutto volume e grandi risate. Ritengo che questo modo giocoso e vivace di rapportarmi a loro contribuisca a rendere le mie fotografie effervescenti e spiritose.
Sei mai stata accusata di oggettivare il corpo femminile nei tuoi scatti?
Chiunque osservi le mie foto si rende conto che le mie muse sono donne energiche, indipendenti, libere ed emancipate. Sono le protagoniste indiscusse della scena.
‒ Federica Beretta
Londra // fino al 18 maggio 2018
Ladyland
OPERA GALLERY
134 New Bond Street
www.operagallery.com
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