Anche Verona ha il suo festival di fotografia. Arriva Grenze – Arsenali fotografici
Prima edizione di Grenze – Arsenali fotografici, il festival che riporta la fotografia internazionale e contemporanea a Verona. Ne abbiamo parlato con uno degli organizzatori, Simone Azzoni, firma di Artribune
Dopo Roma, Reggio Emilia, Brescia e il capoluogo subalpino con la sua prima edizione di Fo.To – Fotografi a Torino tuttora in corso fino al 29 luglio, anche Verona avrà il suo festival di fotografia. Si chiamerà Grenze – Arsenali fotografici e si svolgerà dall’1 al 3 giugno presso l’ex Arsenale militare, invitando 18 fotografi affermati e 8 emergenti a raccontare con il reportage, il ritratto e lo still life come il confine sia una metafora di urgente attualità. “Ci interessava fare il punto attorno al tema del confine – Grenze – appunto per capire come si possa declinare nella sua vulnerabilità e permeabilità, sia di genere che di ambito disciplinare”, ci racconta Simone Azzoni, docente e critico d’arte per Artribune, ideatore del progetto insieme alla fotografa Francesca Marra e alla docente e studiosa di fotografia Arianna Novaga. “L’idea nasce dalla necessità di riportare a Verona la fotografia internazionale. Dopo la chiusura degli Scavi Scaligeri, la città è uscita dalle orbite della fotografia che continua a passarci accanto, vedi Reggio Emilia, ma senza sfiorarci”.
IL FESTIVAL
Con l’organizzazione dell’istituto Design Palladio, in collaborazione con l’Università IUSVE e il patrocinio del Comune di Verona – Assessorato alla cultura, Grenzenasce con una logica diversa rispetto agli altri festival che popolano borghi e cittadine della penisola e, soprattutto, a zero budget, senza supporto di sponsor e fondato unicamente sull’esperienza dei tre curatori. “Volevamo costruire un’opportunità che non avesse le logiche degli altri Festival, che non ci fossero call a pagamento e selezioni dai criteri autoreferenziali. Volevamo fare rete con le gallerie locali, dimostrare che non ci sono nicchie stilistiche od estetiche, ma che un festival è dialogo, confronto tra stili, modi di intendere la fotografia. Sempre ovviamente nella qualità del professionismo comprovati dai curricola”, continua Azzoni. “Ognuno di noi – assieme a me ci sono anche la fotografa Francesca Marra e la studiosa Arianna Novaga – ha considerato Grenze come una possibilità per assecondare, custodire, incentivare e promuovere fotografi seguiti negli anni, accompagnati nei loro progetti. L’artista va seguito, non può essere campionato su un ultimo progetto, ma ciò che porta per essere esposto al Festival è il risultato di un cammino partito da lontano che il curatore deve assolutamente conoscere. L’artista cresce ed il pubblico è educato ad una conoscenza dinamica, retroattiva e aperta al futuro”.
I FOTOGRAFI
Da dove provengono i protagonisti del progetto? “Sono tutti fotografi professionisti, alcuni vivono sul confine con altre discipline”, risponde Azzoni. “Ad esempio Alice Laloy è anche scenografa e Andrea Santini un videomaker. Alcuni, pur riconosciuti e premiati in numerosi Festival e Concorsi, sono giovanissimi come Emiliani o Antonia Messineo, Giovanna Catalano e Francesca Marra. Altri hanno fatto del reportage una missione etica come i membri del Collettivo Fotosocial. Ci interessavano i temi con cui hanno declinato il tema di questa edizione, ad esempio Giorgia Chinellato lo ha inteso come confine di genere e Andrea Tassitano come con-fusione tra teatro e fotografia, scena e verità. Abbiamo poi dedicato una sezione agli off, artisti emergenti di cui abbiamo intuito un talento e che avranno nel festival la possibilità di confrontarsi con il pubblico”.
– Claudia Giraud
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