Cerimonie tradizionali e raduni popolari serbi sono linfa per la ricerca di Dragan Petrović (Belgrado, 1958). Il suo lavoro fotografico prodotto tra l’inizio degli anni Ottanta e la fine degli Anni Novanta rappresenta una sorta di mappatura sociale e antropologica della società serba. Attraverso la rappresentazione della festa, le sue foto si mettono in relazione con una realtà dionisiaca, dunque non mediata, permettendo allo spettatore di entrare inosservato in un dominio altro e sovversivo.
Gli scatti dell’artista sono purificati da una connotazione etica, il suo sguardo ritrae la società civile e popolare, ma in una condizione altra, non consona.
La sua sperimentazione, anche quando ritrae scenografie propriamente balcaniche, dà forte enfasi ai visi stravolti dall’ebrezza.
L’osservatore ha la sensazione di essere presente e anche protagonista di quelle feste e ricevimenti, di condividerne le emozioni: qui risiede la spinta artistica di questo fotografo che propone avanguardia attraverso la quotidianità.
L’ARTISTA
L’impulso alla vita presente nelle foto esposte ha una componente riflessiva più complessa e profonda rispetto ai reportage ordinari, sebbene curiosamente l’artista si sia affermato come fotografo commerciale.
Attivo in ambito fotografica da oltre trent’anni, le prime mostre personali di Petrović risalgono agli Anni Novanta, presso la Happy Gallery del Centro Culturale Studentesco belgradese. Ha iniziato e curato la fanzine Photographer e pubblicato lavori nella rivista L’Impossible. È autore del libro fotografico Photography, pubblicato nel 2000. Tra il 1998 e il 2003, ha lavorato come assistente professore presso il Dipartimento di Fotografia di Braća Karić, presso l’Accademia di Belle Arti di Belgrado.
‒ Zara Audiello
Belgrado // fino all’11 febbraio 2019
Happy People
MOCAB
14 Pariska St.
http://eng.msub.org.rs/
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