Ferdinando Scianna, Marpessa e il caos che ci circonda
La Galleria d’Arte Moderna di Palermo rende omaggio alla fotografia di Ferdinando Scianna. Ripercorrendone la carriera in 180 scatti.
La vicenda professionale di Ferdinando Scianna (Bagheria, 1943) sembra di quelle dove è difficile scindere leggenda e realtà. Ma l’aspetto leggendario qui c’entra poco, la vicenda è tutta reale e racchiusa in cinquant’anni di lavoro. Ancora studente incontra Leonardo Sciascia e con lui, a 21 anni, pubblica il suo primo libro, Feste religiose a Palermo, con cui vince subito il Premio Nadar. Nel 1967 si trasferisce a Milano, dove inizia la carriera di fotoreporter. Da qui si sposta a Parigi, dove nel 1982 Henri Cartier-Bresson lo introduce all’agenzia Magnum.
“Il primo fotoreporter italiano a entrare in questo tempio della fotografia”, racconta Denis Curti che della mostra inaugurata mercoledì scorso alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo è co-curatore. “Perché una retrospettiva sul lavoro di Scianna? Perché sono cresciuto anche professionalmente guardando le sue fotografie. A quel tempo lavoravo alla Contrasto, che intratteneva stretti contatti con Magnum a Parigi. Da allora tutto è cambiato, si sono ridefiniti i ruoli di queste agenzie e il lavoro stesso di fotoreportage, ma la mia attrazione per il lavoro di Scianna è rimasta immutata. Del resto non è mai stato possibile restringere al solo termine di reportage la sua attività”.
LA SICILIA, MARPESSA E I LIBRI
La mostra a Palermo è suddivisa in diciannove sezioni che rappresentano tutti i capitoli della carriera di questo “isolano” che ha cominciato a fotografare la Sicilia a 17 anni e poi l’isola, come molti altri, l’ha lasciata per cercare fortuna altrove. Senza mai riuscire a fare altro che posare lo sguardo sul resto del mondo se non da siciliano. Chi conosce davvero la Sicilia sa.
Reporter, paesaggista, ritrattista, antropologo e poi fotografo di moda (dopo la compagna pubblicitaria per Dolce & Gabbana con la impareggiabile Marpessa si aprono per lui le porte di magazine come Vogue America e Vogue Francia), Scianna queste direzioni le ha percorse tutte e a fondo. Un fotografo bulimico nel ritrarre ogni possibile soggetto che compone il caos in cui tutti siamo immersi: in questa mostra compaiono anche animali, bambini, amici e persino “cose” di ogni genere. In questo ultimo caso, “non da specialista di still life”, ha tenuto a precisare Scianna. Nella sale della Galleria compaiono ora 180 scatti in bianco e nero realizzati tra Bagheria e le Ande boliviane, passando per New York e l’India.
“È stato anche per me un viaggio meraviglioso, insieme abbiamo sentito la necessità di ri-considerare l’intero corpus della sua produzione. Scianna tra l’altro ha una grande passione per la forma libro. Ne ha pubblicati più di cinquanta. Siamo partiti da lì. Molti dei suoi progetti sono finiti in parete proprio attraverso la rilettura di questi libri”, spiega Curti. “Il titolo di lavoro di questa esposizione è stato per un po’ “la mostra delle mostre”. Non per arroganza: serviva invece per definire un contenitore che potesse rappresentare tutte le mostre precedenti di Scianna e tutti i suoi libri”.
UN FOTOREPORTER PRESTATO ALLA MODA
Una nota personale. Ferdinando Scianna è divenuto famoso ‒ tra i non addetti – per le straordinarie immagini “moda” realizzate per il catalogo di Dolce & Gabbana nel 1987. Rivedere in mostra in grande formato gli occhi luminosi di Marpessa e le sue magnifiche forme inguantate dentro tubini, guêpière e reggiseno rigorosamente neri, nonostante siano passati trent’anni, fa ancora un grande effetto. Forse Scianna non è stato un vero e proprio fotografo di moda. Un grande fotoreporter prestato alla moda, questo sì. Anni dopo una star assoluta tra i fashion photographer internazionali, Steven Meisel, per realizzare il catalogo Dolce & Gabbana ha utilizzato come modella una biondissima Madonna Louise Veronica Ciccone, ma lo ha fatto ispirandosi ancora una volta alle immagini create da Scianna per i due designer tredici anni prima. Un tributo forse non voluto, ma in ogni caso davvero straordinario
‒ Aldo Premoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati