Paesaggi istantanei. Le fotografie di Marco Introini ed Emanuele Piccardo a Milano
Galleria Expowall, Milano ‒ fino al 1° marzo 2019. La galleria milanese inaugura il 2019 con una mostra sul lavoro inedito di Marco Introini ed Emanuele Piccardo, due fotografi italiani che hanno ritratto la Los Angeles contemporanea come una città fatta di paesaggi istantanei. Qui le prime immagini.
“Los Angeles è architettura istantanea in un paesaggio urbano istantaneo”, scriveva Reyner P. Banham definendo questa città la metropoli mobile d’America. In effetti Los Angeles è un insieme di paesaggi attraversabili in automobile, fatti di insegne, billboard, store, strade senza fine, colline, niente di affine all’immaginario urbano italiano. Ed è proprio questa idea di movimento che ha stimolato l’indagine fotografica di Marco Introini ed Emanuele Piccardo, qui in veste di fotografi ed entrambi con una formazione in architettura.
Introini indaga sul Los Angeles River, un fiume che si estende per 77 chilometri ancora poco frequentato perché non vissuto dagli abitanti della città americana. È un paesaggio nascosto fatto di infrastrutture, ponti, viadotti e dighe alternate alla serialità delle casette in legno. Solo nel 2017 è stato indetto il concorso di architettura LA River Downtown Design Dialogue per la riqualificazione urbana del canale a uso pubblico, che punta a far diventare il corso d’acqua un grande polo d’attrazione dotato di tutti i servizi utili ai cittadini. Introini ne sottolinea le potenzialità componendo un atlante visivo continuo tra radure e infrastrutture.
FINO AL DESERTO
Emanuele Piccardo di Los Angeles sottolinea le numerose sfaccettature e le racchiude in un paesaggio istantaneo. Il fotografo parte dalla città, densa e satura, fino ad arrivare al deserto della Death Valley, a Hollywood, alla fuga verso l’Ovest dei pionieri dell’Ottocento fino agli artisti della Land Art, senza dimenticare il cinema d’avanguardia: da Blade Runner di Ridley Scott a Short Cuts di Robert Altman, da The end of violence di Wim Wenders fino a L.A. Confidential di Curtis Hanson.
Insieme i fotografi, uno usando la fotografia in bianco e nero e l’altro quella a colori, descrivono la città secondo due prospettive diverse: Piccardo segue il nastro di asfalto che lo porta fino all’estremo desertico della Death Valley, mentre Introini racconta una Los Angeles quasi invisibile o del tutto sconosciuta al pubblico europeo.
– Bianca Felicori
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati