Angelo Pitrone racconta Leonardo Sciascia in una mostra a Gibellina. Le immagini
Una mostra a Gibellina racconta attraverso 30 fotografie il grande scrittore Leonardo Sciascia
Il Leonardo Sciascia privato, quello più nascosto, oltre la coltre della scontrosità proverbialmente sua, in quanto simbolo della sicilianità meno romanzabile è raccontato in trenta scatti inediti, opera del fotografo Angelo Pitrone. È infatti tornata d’attualità la figura del grande scrittore ed intellettuale, proprio a trent’anni dalla sua scomparsa, in un anniversario non da celebrare ma assolutamente da ricordare. “Quasi vedendosi in uno specchio” è il titolo della mostra inaugurata al Meeting di Gibellina, e visitabile fino al 15 aprile.
LA MOSTRA
Ad essere esposte, nella galleria d’arte curata dall’Associazione Mag, sono immagini rigorosamente in bianco e nero, che risalgono a circa la metà degli anni Ottanta. Una serie di ritratti, alcuni rubati, altri “posati”, che per tutto questo tempo erano rimasti chiusi in un cassetto, a prendere quella polvere che ha reso le pellicole forse ancora più intense e scabre. E per il calibro dei personaggi ritratti assieme a Sciascia, la serie acquista appieno pure il valore di testimonianza del tempo che fu, pieno di tante personalità che impressionavano col loro carisma gli obiettivi e l’opinione pubblica. In ordine sparso: Gesualdo Bufalino, Vincenzo Consolo, Matteo Collura, Manuel Puig, Francesco Rosi, Ferdinando Scianna, Turi Ferro, Leonardo Cascio. Amici, colleghi, incrociati durante cerimonie varie, nello svolgimento di premi letterari, ognuno a sorbirsi le spire delle innumerevoli sigarette accese da Sciascia, protagoniste fumanti di ogni inquadratura che lo colga inconsapevole di essere ripreso. Ma Pitrone, fotografo agrigentino che nel corso della sua carriera ha tra le altre cose saputo rendere in modo iconico l’Isola sotto la lente dei suoi miti letterari, è riuscito in quella che deve essere stata un’impresa non di poco conto, ovvero entrare nella vera essenza di Sciascia, riservata soltanto agli affetti familiari nelle stanze della sua dimora dalle parti della natìa Racalmuto, precisamente in contrada Noce. Ed in nessuna delle occasioni, che si trovi nella cucina di casa o tra le carte e le librerie del suo studio, Sciascia minimamente perde un tono di severità. “Non era un personaggio facile da incontrare, era arduo entrare nella sua intimità”, conferma non a caso lo stesso Pitrone.
PARLARE DI LEONARDO SCIASCIA OGGI
A curare la mostra – organizzata dal Comune di Gibellina, con la collaborazione del Comune di Racalmuto e della fondazione “Leonardo Sciascia” – è Salvatore Ferlita, il quale ne mette in risalto le diverse valenze: “Sono almeno quattro i Leonardo Sciascia che da questi scatti di Angelo Pitrone si affacciano: quello che Sciascia credeva di essere; quello che avrebbe voluto si credese egli fosse; quello che Pitrone credeva Sciascia fosse e quello di cui il fotografo si serviva per mostrare la sua arte”. Se tali foto sono ritornate alla luce una volta rimasta impressa, lo si deve inoltre alla curiosità di Tanino Bonifacio, critico e storico dell’arte attualmente in carica come assessore alla Cultura di Gibellina. A lui tocca il compito di sottolineare quel legame che ha connesso, profondamente, Sciascia alla cittadina che ospita un patrimonio di arte contemporanea che forse non ha eguali al mondo, se messo in rapporto alla densità della popolazione. Quel luogo dove, dopo il terremoto nella Valle del Belice del 1968, venne sognata, assieme al sindaco mecenate Ludovico Corrao, una ricostruzione che fosse rinascita, un’altra Sicilia possibile: “Il binomio Corrao-Sciascia”, conclude Bonifacio, “fu l’incontro tra due persone che credevano fortemente nel potere che la belleza ha di curare le ferite”.
– Alessandro Teri
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