Fontanesi protagonista dell’ultima edizione del Gibellina Photo Road
Dal 26 luglio al 31 agosto scorso la città di Gibellina ha ospitato il festival di fotografia “Gibellina Photo Road”, vinto quest’anno dal collettivo Kublaiklan. Il progetto è dedicato all’enigmatico foto-manipolatore Fontanesi. Ecco il resoconto del loro intervento
Con la ricostruzione di Gibellina nuova, necessaria dopo il tragico terremoto del 1968, la cittadina trapanese è diventata un punto di riferimento per l’arte contemporanea italiana e non solo. Numerosi sono infatti gli interventi ambientali di artisti, architetti e designer che hanno reso Gibellina un vero e proprio museo a cielo aperto: da Alberto Burri a Mimmo Paladino, passando per Nanda Vigo, Milton Machado e Alessandro Mendini, giusto per citarne alcuni.
È all’interno di questo scenario così ricco di storia e di cultura che si svolge un festival unico nel suo genere, il Gibellina Photo Road. Nata nel 2016 dall’Associazione Culturale On Image, la manifestazione si presenta come il primo festival di fotografia open air e site-specific in Italia. Ponendosi l’obiettivo principale – attraverso mostre outdoor, installazioni e proiezioni – di interagire con il tessuto urbano e con chi lo abita, il Gibellina Photo Road invade le piazze della città coinvolgendo artisti e curatori nell’ordine di innescare reinterpretazioni e riflessioni sul valore dell’immagina nell’era contemporanea. A vincere l’edizione 2019, della cui giuria ha fatto parte anche un maestro indiscusso della manipolazione dell’immagine come Joan Fontcuberta, è stato il collettivo Kublaiklan che, proponendo una mostra personale di Fontanesi, ha rispettato a pieno il concept dall’esplicito titolo Finzioni. Allestite su numerosi cubi di legno, di diversa misura, le gigantografie del misterioso autore, il cui account Instagram ha accumulato quasi trentamila follower, hanno invaso il sistema delle piazze rappresentando un’occasione eccezionale di immersione totale all’interno di una nuova (e personalissima) concezione della realtà.
– Valerio Veneruso
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