Fotografare il paesaggio italiano. A Recanati

Musei Civici di Villa Colloredo Mels, Recanati – fino al 15 gennaio 2020. Infinito, singolare, diverso, idilliaco, contaminato e celato: il paesaggio italiano restituito da Vittorio Sgarbi nella mostra da lui curata a Recanati.

Sorprendente o decantante, conservato o lasciato all’incuria, il paesaggio italiano viene rivelato dagli occhi di chi non solo lo guarda ma di chi lo osserva, lo vede e lo fissa in un racconto. Luoghi del ricordo, pezzi di quotidianità, posti perduti o rimasti sempre identici sono le immagini che ritraggono il paesaggio, segnato dal tempo e dall’intervento dell’uomo.
Mistico è il paesaggio tra i boschi, commovente tra i vigneti e le colline, quanto tra gli edifici fatiscenti dalla lunga memoria e dal futuro incerto. Ma anche intrappolato tra vicoli e piazze, costretto tra palazzi e soffocato dai rifiuti e dall’abitudine di chi lo abita.

Gianfranco Lelj, Il Colle dell'Infinito, 2019

Gianfranco Lelj, Il Colle dell’Infinito, 2019

LE FOTOGRAFIE

In 91 scatti, 58 fotografi tra professionisti e amatori testimoniano con la loro sensibilità un particolare istante. Quale documento parlante, il paesaggio è il protagonista di un percorso che si dipana tra febbrili manifestazioni e complesse esperienze.
Diviso in sezioni, c’è chi ha catturato il paesaggio nel suo aspetto umano, chi nell’interiorità, chi nell’utopia, chi nell’incanto, chi nello sfregio e chi all’interno della città.
Se Fabiola Catalano fissa in un luogo chiuso i tormenti interiori dell’uomo, sfregio è il danno dell’uomo prodotto a se stesso per Florinda Orsini. Invisibili, ma reali i senzatetto di Paolo Cudini, ferie d’estate per gli italiani e relativa gita al mare nel fermo immagine dell’avvocatessa Paola Bellomo. Nel malcostume e nell’indifferenza si mostra la “decomposizione” immortalata da Luca Tentorio, mentre sospesa è la struttura di una vecchia fabbrica e del suo potenziale malato nello scatto di Matteo Tadolti. Tradizioni e usi mai passati di moda ci ricorda Massimo Bersanetti in un angolo di Burano. Un’eco di luce e di magia si sprigiona nelle vedute del Colle dell’Infinito di Recanati di Gianfranco Lelj. Alla quiete e alla riflessione conduce la strada di Roberto Franchini, tratti imperituri solcano il terreno per Roberta Perticaroli.
Storie, luoghi ed emozioni rispecchiano il paesaggio nelle sue contraddizioni e bellezze. In un legame indissolubile si annodano silenzi e parole, oltraggi e incanti. Memorie, vita e natura declinano il quotidiano e traducono in frammenti visioni e atmosfere uniche e originali.

Silvia Papa

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Silvia Papa

Silvia Papa

Storico dell’arte. Laureata in Storia e Conservazione dei Beni Culturali – indirizzo Storico Artistico – con una tesi quadriennale in Museologia e una seconda Laurea in Lettere con una tesi in Storia della lingua italiana, ha studiato all’Università di Copenhagen…

Scopri di più