Modestino Tozzi. Luci e ombre nel ventre dei Sassi di Matera
Carica di storia, e densa di un passato complesso, Matera è una città dalle molte sfumature. Il fotografo Modestino Tozzi ne ha immortalate alcune.
Matera con i suoi “Sassi” è una città sconvolgente, segreta, amorevole.
Sin da tempi immemorabili, abitata e successivamente abbandonata, ha lasciato ai suoi visitatori emozioni inenarrabili, segni indelebili che ognuno di loro ha portato con sé e conservato nello scrigno della propria vita.
Pier Paolo Pasolini aveva ragione quando decise di girare il Vangelo tra i Sassi di Matera, coinvolgendo come figuranti i suoi abitanti. Quelle scene in quei luoghi, con quei volti, apparivano reali come ai tempi di Cristo.
Circa un decennio dopo regnò l’abbandono, il silenzio: l’uomo era “fuggito”, ma la città assumeva nuovamente una visione di sconvolgente bellezza. Mario Luzi la visitò in quegli anni e, immerso in quella scena, gli apparve come un “meraviglioso universo ossificato”.
La città era “morta”, le porte murate, l’erba era “padrona” di viottoli, scalinate, vicinati e tetti. Erano i colti viaggiatori i soli rari fruitori di quella toccante visione: scrittori, antropologi, sociologi, poeti, artisti, fotografi, musicisti, cineasti. Molti di loro hanno lasciato opere di valore inestimabile, “nate” proprio da quelle irripetibili visioni.
Erano gli anni in cui Modestino Tozzi iniziava ad assaporare quelle “meraviglie”, alla scoperta di pertugi e grotte, emozioni che in lui non hanno mai cessato di esistere, le ha sempre conservate gelosamente pur avendo vissuto in altre città italiane e oltre oceano. Ed ecco, oggi, il “ritorno” alle radici, con viaggi sempre più frequenti nella sua città in compagnia della sua macchina fotografica.
UNA NUOVA VITA
È così che in queste straordinarie fotografie affiorano le memorie, le emozioni tra luci e ombre che penetrano nelle viscere di Matera, nel ventre dei Sassi. È stato un forte richiamo alla terra di origine, un’esigenza interiore per rielaborare attraverso il mezzo fotografico, oggi suo strumento di lavoro, quelle antiche visioni, attualizzandole.
In quelle sue immagini la vita appare inesistente, eppure sono scatti effettuati nel corso dell’anno 2019, popolato da fiumi di pellegrini.
Lui ha atteso quegli attimi propizi dove l’uomo è uscito dalla scena. Osservando attentamente le sue opere, è nei particolari come le antenne paraboliche, i piccoli tavoli nei terrazzi, i vasi con piante sui parapetti dei balconi e gli infissi alle finestre, che Modestino Tozzi ci mostra oggi, in quelle misere case, una nuova vita. È questo il messaggio che l’autore ci consegna attraverso queste fotografie: una città che, pur nella sua attuale trasformazione, lascia comunque intravedere la sofferenza e la miseria che regnava in quei luoghi.
LA BIOGRAFIA DI MODESTINO TOZZI
Modestino Tozzi, fotografo, è nato a Busto Arsizio nel 1978. Ha vissuto e studiato a Matera (città d’origine), dove la magia dei luoghi gli ha suggerito notevoli stimoli creativi. Ha sperimentato varie forme espressive come la scrittura, la musica e l’incisione (pirografia e xilografia) prima di dedicarsi definitivamente alla fotografia. Fondamentali per il suo percorso creativo gli incontri con l’artista Pietro Paolo Tarasco e i fotografi Franco Fontana e Letizia Battaglia. Dopo aver vissuto in varie città italiane e in Canada, da un decennio vive a Como. Queste esperienze di vita gli hanno permesso di acquisire una forma mentis foriera di benefiche sollecitazioni alla sua attività di fotografo. Nel suo studio, dopo aver affrontato numerose tematiche espressive, attualmente è immerso nel “mondo” del cibo.
‒ Pietro Paolo Tarasco
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #53
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