ArT you ready? Il MIBACT lancia su Instagram un flashmob fotografico a sostegno dei musei
Per tutta la giornata del 29 marzo il MIBACT invita tutti gli igers a condividere le proprie fotografie che ritraggono musei e siti culturali vuoti. Un modo per descrivere il nostro tempo, senza dimenticarsi del portato identitario del patrimonio italiano.
L’emergenza sanitaria galoppante e i dati statistici che si rivelano di giorno in giorno più allarmanti stanno cambiando l’immagine del mondo come la conoscevamo. Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, che già dall’inizio del lockdown italiano si era mosso con la grande campagna social #iorestoacasa e aveva invitato le istituzioni culturali a condividere il più possibile contenuti online (e trovate qui una guida completa), ha lanciato una nuova iniziativa. Si chiama ArT you ready? e consiste in un grande flashmob digitale dedicato alla fotografia.
ART YOU READY? IL FLASHMOB DEL MIBACT
“Il Ministero per i beni e per le attività culturali e per il turismo coinvolgerà domenica 29 marzo gli igers italiani che in questi anni hanno partecipato alle call promosse da diversi istituti statali in un grande evento digitale su Instagram”, viene comunicato sul sito ufficiale. “Con gli hashtag #artyouready e #emptymuseum, le comunità igers, gli influencer, ma anche tutti i fotografi professionisti o amatoriali e, naturalmente, i visitatori di tutte le generazioni, sono invitati a pubblicare per l’intera giornata le foto realizzate all’interno di musei, parchi archeologici, biblioteche e archivi d’Italia, dando preferenza a quelle prive di persone”. In uno scenario reale inconsueto e fino a poco fa impensabile, fatto di grandi piazze, strade e luoghi pubblici deserti in tutto il mondo (epocale l’immagine della benedizione Urbi et Orbi fatta dal papa dinnanzi a una piazza totalmente vuota), si invitano tutti gli amanti di Instagram a riempire la rete attraverso i propri scatti per tutta la giornata del 29 marzo. Se prima catturare un’immagine da etichettare come #emptymuseum era un’impresa fatta per fotografi audaci, ora costituisce il leitmotiv della nostra attualità. Gli scatti dovranno essere ripescati dalla propria gallery, cercati nei cassetti di casa, nei vecchi album, nei luoghi in cui si conserva la memoria, o ancora rifotografate da vecchie stampe. Vale tutto, sotto l’imperativo della creatività. Purché si resti a casa, unica misura valida universalmente di cui al momento disponiamo per aiutare il contenimento di questo subdolo, terribile, virus.
-Giulia Ronchi
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