Quando la fotografia è autentica. Peter Lindbergh in mostra a Milano
All’Armani/Silos di Milano vanno in mostra le fotografie di Peter Lindbergh. Tra moda, bellezza e autenticità.
È un omaggio a un amico, a un rapporto di stima professionale durato molti anni, la mostra che Giorgio Armani dedica nel suo spazio espositivo milanese a Peter Lindbergh, (Leszno, 1944 – Parigi, 2019), scomparso l’anno scorso. Il titolo della mostra è Heimat. A sense of belonging. Un percorso nella fotografia di Lindbergh, nato in Polonia, alla fine del secondo conflitto mondiale, formatosi nella Germania ovest tra Duisburg, Berlino e Krefeld, la città di Joseph Beuys, e quindi trasferitosi a Parigi a fine Anni Settanta.
È una mostra complessa in cui lo spettatore si trova di fronte a ritratti, paesaggi, still life e certo anche a immagini di moda. Armani ha sottolineato la condivisione dei valori, sin dagli Anni Ottanta, che hanno permeato la loro estetica, l’apprezzamento per la verità che bandisce ogni forma di artificio e l’autenticità che giunge all’anima più profonda dei fenomeni.
LE FOTOGRAFIE IN MOSTRA A MILANO
La mostra è divisa in tre sezioni: The Naked Truth, con ritratti in cui domina la profondità dell’indagine psicologica; Heimat, che, come ci ha insegnato la grande saga cinematografica di Edgar Reitz, è un termine tedesco intraducibile, che ha a che fare con la casa, con la patria, con i valori più intimi e profondi dell’individuo, e The Modern Heroin, in cui l’immagine delle persone è schietta, pulita, priva di orpelli.
Le foto, di grande formato, sono di un bianco e nero intenso. Dominano i neri, in una dimensione che rimanda a un certo cinema tedesco espressionista. L’ampia rassegna riunisce scatti, anche inediti, e rappresenta un’occasione straordinaria per leggere la complessa articolazione del lavoro di un grande maestro che ha superato e varcato, con intelligenza progettuale, il limite dei generi in fotografia.
UNA BELLEZZA AUTENTICA
Lindbergh ha guardato alla fotografia industriale tedesca degli Anni Trenta, quella che ha profondamente segnato Bernd e Hilla Becher, ma anche alla fotografia di sperimentazione delle avanguardie. Unico fotografo a essere stato chiamato a realizzare tre edizioni del Calendario Pirelli, nel 2017 aveva dichiarato che era importante ricordare a tutti che c’è una bellezza diversa, più reale, autentica e non manipolata dalla pubblicità o da altro. Una bellezza che parla di individualità, del coraggio di essere se stessi e di sensibilità, come l’imperdibile mostra milanese testimonia ampiamente.
‒ Angela Madesani
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