Quando la fotografia è autentica. Peter Lindbergh in mostra a Milano
All’Armani/Silos di Milano vanno in mostra le fotografie di Peter Lindbergh. Tra moda, bellezza e autenticità.
![Quando la fotografia è autentica. Peter Lindbergh in mostra a Milano](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/03/Peter-Lindbergh-Lynne-Koester-Paris-1984-©-Peter-Lindbergh.-Courtesy-Peter-Lindbergh-Foundation-Paris-1024x680.jpg)
È un omaggio a un amico, a un rapporto di stima professionale durato molti anni, la mostra che Giorgio Armani dedica nel suo spazio espositivo milanese a Peter Lindbergh, (Leszno, 1944 – Parigi, 2019), scomparso l’anno scorso. Il titolo della mostra è Heimat. A sense of belonging. Un percorso nella fotografia di Lindbergh, nato in Polonia, alla fine del secondo conflitto mondiale, formatosi nella Germania ovest tra Duisburg, Berlino e Krefeld, la città di Joseph Beuys, e quindi trasferitosi a Parigi a fine Anni Settanta.
È una mostra complessa in cui lo spettatore si trova di fronte a ritratti, paesaggi, still life e certo anche a immagini di moda. Armani ha sottolineato la condivisione dei valori, sin dagli Anni Ottanta, che hanno permeato la loro estetica, l’apprezzamento per la verità che bandisce ogni forma di artificio e l’autenticità che giunge all’anima più profonda dei fenomeni.
LE FOTOGRAFIE IN MOSTRA A MILANO
La mostra è divisa in tre sezioni: The Naked Truth, con ritratti in cui domina la profondità dell’indagine psicologica; Heimat, che, come ci ha insegnato la grande saga cinematografica di Edgar Reitz, è un termine tedesco intraducibile, che ha a che fare con la casa, con la patria, con i valori più intimi e profondi dell’individuo, e The Modern Heroin, in cui l’immagine delle persone è schietta, pulita, priva di orpelli.
Le foto, di grande formato, sono di un bianco e nero intenso. Dominano i neri, in una dimensione che rimanda a un certo cinema tedesco espressionista. L’ampia rassegna riunisce scatti, anche inediti, e rappresenta un’occasione straordinaria per leggere la complessa articolazione del lavoro di un grande maestro che ha superato e varcato, con intelligenza progettuale, il limite dei generi in fotografia.
![Peter Lindbergh, Amanda Cazalet, Duisburg, 1984 © Peter Lindbergh. Courtesy Peter Lindbergh Foundation, Paris](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/03/Peter-Lindbergh-Amanda-Cazalet-Duisburg-1984-%C2%A9-Peter-Lindbergh.-Courtesy-Peter-Lindbergh-Foundation-Paris.jpg)
Peter Lindbergh, Amanda Cazalet, Duisburg, 1984 © Peter Lindbergh. Courtesy Peter Lindbergh Foundation, Paris
UNA BELLEZZA AUTENTICA
Lindbergh ha guardato alla fotografia industriale tedesca degli Anni Trenta, quella che ha profondamente segnato Bernd e Hilla Becher, ma anche alla fotografia di sperimentazione delle avanguardie. Unico fotografo a essere stato chiamato a realizzare tre edizioni del Calendario Pirelli, nel 2017 aveva dichiarato che era importante ricordare a tutti che c’è una bellezza diversa, più reale, autentica e non manipolata dalla pubblicità o da altro. Una bellezza che parla di individualità, del coraggio di essere se stessi e di sensibilità, come l’imperdibile mostra milanese testimonia ampiamente.
‒ Angela Madesani
![Peter Lindbergh, Giorgio Armani. Courtesy of Giorgio Armani](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/03/Peter-Lindbergh-Giorgio-Armani.-Courtesy-of-Giorgio-Armani-768x503.jpg)
![Peter Lindbergh. Heimat. Exhibition view at Armani Silos, Milano 2020. Courtesy of Giorgio Armani](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/03/Peter-Lindbergh.-Heimat.-Exhibition-view-at-Armani-Silos-Milano-2020.-Courtesy-of-Giorgio-Armani-768x561.jpg)
![Peter Lindbergh. Heimat. Exhibition view at Armani Silos, Milano 2020. Courtesy of Giorgio Armani](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/03/Peter-Lindbergh.-Heimat.-Exhibition-view-at-Armani-Silos-Milano-2020.-Courtesy-of-Giorgio-Armani--768x512.jpg)
![Peter Lindbergh, Duisburg, Germany, 1984 © Peter Lindbergh. Courtesy Peter Lindbergh Foundation, Paris](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/03/Peter-Lindbergh-Duisburg-Germany-1984-%C2%A9-Peter-Lindbergh.-Courtesy-Peter-Lindbergh-Foundation-Paris-768x514.jpg)
![Peter Lindbergh, Berlin, 1996 © Peter Lindbergh. Courtesy Peter Lindbergh Foundation, Paris](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/03/Peter-Lindbergh-Berlin-1996-%C2%A9-Peter-Lindbergh.-Courtesy-Peter-Lindbergh-Foundation-Paris-768x1146.jpg)
![Peter Lindbergh, Lynne Koester, Paris 1984 © Peter Lindbergh. Courtesy Peter Lindbergh Foundation, Paris](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/03/Peter-Lindbergh-Lynne-Koester-Paris-1984-%C2%A9-Peter-Lindbergh.-Courtesy-Peter-Lindbergh-Foundation-Paris-768x510.jpg)
![Peter Lindbergh, Amanda Cazalet, Duisburg, 1984 © Peter Lindbergh. Courtesy Peter Lindbergh Foundation, Paris](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/03/Peter-Lindbergh-Amanda-Cazalet-Duisburg-1984-%C2%A9-Peter-Lindbergh.-Courtesy-Peter-Lindbergh-Foundation-Paris-768x1150.jpg)
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