I “frammenti” di Stefano Cigada al Museo di Roma in Trastevere
Prima e matura mostra di un fotografo "amateur". Milanese, classe 1963, Stefano Cigada presenta al Museo di Roma in Trastevere un nucleo molto coerente di immagini incentrate su "frammenti" della statuaria romana. Ma solo apparentemente. La mostra chiuderà il 15 marzo e al momento il museo non è accessibile al pubblico nel rispetto delle misure di contenimento sanitario adottate nelle ultime ore. Qui potete gustarvi alcune immagini.
Le ventuno immagini in bianco e nero, magistralmente impresse nella carta baritata, sono ventuno pagine di un diario di incontri. Da un lato uno scultore, lontano e ignoto artista di corpi statuari, che ci pervengono frammenti, nel loro millenario trascorso, nella loro immobile esposizione al tempo e alle sue ingiurie. Dall’altro il fotografo, che attende paziente la modellazione della luce naturale, che torna a esplorare le forme nel calendario del sole e delle sue ombre. Che protende silenzioso le sue lenti a incamerare quei lacerti di pietra come membra palpitanti, quelle ingiurie come ferite appena inferte.
Meticolosamente annota i suoi appuntamenti con la luce del sole: i luoghi, i giorni, le ore e i minuti in cui per un attimo si avvera l’emozione, in cui improvvisamente scatta la vita di quei brani, altrimenti condannati per sempre al silenzio della materia da cui provengono.
Nelle didascalie a margine delle stampe ricostruiamo le cronache dell’intensa relazione tra Stefano Cigada (Milano, 1963) e i sui frammenti, che si dilata a dimensione di struggente dialogo interiore con la memoria.
‒ Alessandro Iazeolla
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