Massimiliano Gatti: uno sguardo contemporaneo sugli scavi archeologici in Medio Oriente
Posticipata a causa della pandemia, ha aperto la mostra presso Studio la Città di Verona dedicata al fotografo che da anni si divide tra Italia e Medio Oriente, a fianco di importanti missioni archeologiche. Lo scopo ultimo non è la semplice documentazione, ma la comprensione delle rovine in chiave contemporanea.
Non si tratta di realizzare un reportage degli scavi archeologici, bensì di leggere le rovine del Medio Oriente attraverso uno sguardo profondamente inserito nella contemporaneità. Su questo si focalizza la ricerca di Massimiliano Gatti (Pavia, 1981), laureato prima in Farmacia e poi in Fotografia alla Bauer di Milano, lo stesso autore con cui la Galleria Podbielski di Milano aveva inaugurato il suo spazio. La sua carriera artistica è iniziata partendo al fianco di importanti missioni archeologiche: prima a Qatna, in Siria, dove ha operato dal 2008 al 2011, poi con il Progetto Archeologico Regionale Terra di Ninive (PARTeN), nel Kurdistan iracheno, finanziato dall’Università di Udine assieme a Fondazione CRUP. Quei luoghi, quei monumenti e quegli oggetti dal sapore antico e ancestrale vengono raccontati in una mostra personale a lui dedicata da Studio la Città di Verona: il titolo, Aleph, è la traslitterazione della prima lettera dell’alfabeto fenicio, adottata anche da quello ebraico. Si tratta di una lettera che simboleggia anche un numero e il concetto di inizio, dove tutto ha origine. La mostra rimarrà allestita fino al 31 luglio. Per accedervi, è necessario prenotare in anticipo la propria visita scrivendo una mail a [email protected].
MASSIMILIANO GATTI DA STUDIO LA CITTÀ DI VERONA
“Nell’alfabeto ebraico le lettere venivano impiegate anche come numeri, e ad Aleph corrispondeva il numero uno, ricoprendo così l’accezione simbolica di inizio, sorgente, luogo da cui si dipanano tutti i luoghi”, spiega la curatrice Maud Greppi a proposito del lavoro di Gatti, che da anni divide la sua vita professionale tra Italia e Medio Oriente. “Dal significato di questa parola viene così a definirsi l’incipit di un percorso espositivo improntato sull’esperienza maturata da Massimiliano Gatti in Medio Oriente, coniugando a una ricerca approfondita di stampo documentaristico un racconto intimo volto a tramandare una memoria nel tempo. In questo senso Aleph può essere inteso come punto di inizio, l’avvio di un percorso in costante trasformazione verso futuro ignoto, proprio come quello di queste terre, culla della nostra civiltà”.
LE OPERE IN MOSTRA A STUDIO LA CITTÀ DI VERONA
Le opere in mostra sono tratte da quattro serie. In Superficie (2014), realizzata in occasione della missione archeologica organizzata dall’Università di Udine in Iraq, nei pressi dell’antica città di Ninive, Aleppo è una foglia d’Alloro, incentrata sullo scorrere inesorabile del tempo e sulle sue conseguenze, Le Nuvole, gruppo di lavori dove Gatti accosta immagini del sito archeologico di Palmira, a coltri di nubi che ne documentano la devastazione per mano dell’ISIS e La Collezione, serie inedita esposta per la prima volta nella galleria veronese: una narrazione fortemente simbolica di una Siria che ormai non c’è più ma che rivive nella raccolta personale di francobolli dell’autore.
-Giulia Ronchi
Massimiliano Gatti, Aleph
fino al 31 luglio 2020
Studio la Città
Lungadige Galtarossa 21, Verona
http://studiolacitta.it/
Per prenotazioni: [email protected]
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