SoHo come non l’avete mai vista. Una galleria a cielo aperto nella Grande Mela
Dopo la fine del lockdown e le proteste per l’uccisione di George Floyd, la fotografa italiana di stanza a New York Francesca Magnani ha immortalato le strade di SoHo deserte. Restituendone l’atmosfera surreale.
A New York il lockdown è appena finito, e negli ultimi giorni si presenta, agli occhi di chi si reca a SoHo, un paesaggio che ricorda l’atmosfera rarefatta di un quadro di de Chirico. Le grandi vetrate dei negozi e dei loft sono coperte da assi di legno di varie texture e tonalità, e le merci che fino a poco fa la facevano da padrone sono scomparse alla vista, così come la superficie riflettente del vetro ha lasciato il passo a quella calda, porosa e profumata del legno.
Qualche dimostrante #blacklivesmatter e qualche street artist sono riusciti nella notte a lasciare un segno prima che il rettangolo tra Broadway e West Broadway, Houston e Broome venisse definitivamente chiuso ai non residenti ‒ cosa che avevamo visto solo in tempi post 11 settembre ‒, tra questi le immagini del progetto di JR a tema COVID-19.
Ma non occorre necessariamente istoriare i pannelli, anche le ombre cadono in modo diverso creando scene mai viste prima in queste strade.
Abbiamo parlato con la designer Christiane Lemieux che con la figlia Isabelle stava dipingendo le tavole sotto casa (la mamma in realtà puliva mentre la figlia era all’opera): “Jean-Michel Basquiat e Keith Haring hanno abitato e lavorato qui, e questo è il nostro modo di rendergli omaggio in questi giorni strani”.
‒ Francesca Magnani
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati