Oltre la figurazione. Fotografia informale italiana in mostra a Torino
La Wunderkammer della GAM di Torino ospita una azzeccata mostra su una stagione della fotografia italiana ancora poco studiata: quella che ha segnato il passaggio dalla figurazione all’Informale.
La piccola, raffinata mostra Forme/Informe alla GAM di Torino è una sorta di modello di come si dovrebbe curare una mostra di fotografia. Si tratta di una rassegna, come recita il sottotitolo, su La fase non oggettiva della fotografia italiana. L’intenzione che sta dietro all’operazione è spiegata bene dalla curatrice Antonella Russo nel suo testo introduttivo, pubblicato nel catalogo, che accompagna la mostra: “Nel secondo dopoguerra diventò più pressante l’esigenza di ricercare modalità nuove per immaginare un rinnovamento della nostra fotografia e si pose il problema di rispondere all’urgenza di ‘dare una forma all’idea di cambiamento’, come affermò Brecht. ‘Forma/Informe’ considera quel momento, ancora poco esplorato, della fase di transizione che va dalla fotografia oggettiva al non figurativo, dall’immagine astratta a quella Informale (o Informe) ripercorrendo la varietà delle soluzioni creative messe in opera per la costruzione di una fotografia che avesse una dignità e uno statuto proprio tra le arti visive di questo paese”.
I PROTAGONISTI DELLA MOSTRA ALLA GAM
I lavori in mostra, provenienti dagli archivi degli artisti o da importanti collezioni private, sono perlopiù vintage. Da segnalare le fotografie di Giuseppe Cavalli, tra le quali spicca La pallina del 1949, nel pieno periodo della Bussola del quale il fotografo pugliese è stato protagonista e teorico. Interessante è la comparazione dei lavori dei vari autori che stanno allontanandosi dalla figurazione per percorrere altre strade.
In Luigi Veronesi è evidente la componente di ricerca grafica e cinematografica che in quegli anni lo trova particolarmente impegnato. Da segnalare inoltre le immagini del multiforme Franco Grignani, del quale abbiamo visto recentemente una efficace mostra al m.a.x. museo di Chiasso. Una serie di spunti raccolti dalla fotografia posteriore sono nelle belle immagini di Piergiorgio Branzi. Assai interessanti e poco visti gli esperimenti sulla forma in bianco e nero e a colori di Pasquale De Antonis. Da scoprire anche alcune delle opere in mostra di Nino Migliori, sperimentatore curioso e intelligente così come Paolo Monti.
Completa la rassegna una riuscita raccolta bibliografica in cui compaiono alcune introvabili pubblicazioni del periodo, cataloghi di mostre e testi imprescindibili per comprendere quella ancora poco studiata, ma fondamentale, stagione della fotografia italiana.
‒ Angela Madesani
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