Reportage dal Libano. Per la ricostruzione del futuro
La fotografa Francesca Pompei ha visitato il Libano, esplorando i luoghi dell'abbandono fuori e dentro la capitale. Al di là dei quartieri più scintillanti del centro di Beirut.
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Il Libano sta ancora affrontando le conseguenze della guerra civile. In quindici anni, dal 1975 al 1990, il conflitto religioso ha devastato il Paese in tutti i suoi aspetti, rendendo il paesaggio urbano una massa di rovine.
Con il sostegno delle capitali araba e statunitense, verso la fine degli Anni Novanta è iniziata una ricostruzione ipermoderna focalizzata sulla baia di Beirut, oggi chiamata Zaitunay Bay, di proprietà di investitori privati del dopoguerra. Effettivamente, lo sviluppo che ne è seguito è privo di regolamentazione o di un piano urbanistico generale e si è concentrato solo nei distretti centrali della capitale, lasciando il resto dei quartieri e le regioni interne in una totale mancanza di infrastrutture e strutture.
![Francesca Pompei, Reconstruction of the future](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2020/07/Francesca-Pompei-Reconstruction-of-the-future-5.jpg)
Francesca Pompei, Reconstruction of the future
SPEREQUAZIONE SOCIALE E RICOSTRUZIONE
Alimentando il divario sociale e culturale tra classe agiata e povera, attualmente il Libano sta affrontando la peggior situazione dopo la guerra civile e il Paese sta soffocando a causa della bancarotta, della corruzione e della mancanza di energia elettrica. Il problema non è di natura settaria ma fondamentalmente politico ed economico. Nelle città, molti edifici sono sottoposti a lavori infiniti e la maggior parte del patrimonio storico e urbano è trascurato e in decadimento.
La ricostruzione potrebbe essere un’opportunità per ripensare il passato in vista di un futuro migliore: una modernizzazione del Paese che potrebbe coinvolgere le giovani generazioni, nuove idee e un’onda verde. Alcune pratiche architettoniche e spaziali si sforzano di mitigare la sproporzione sociale, ma c’è ancora molto da fare.
Il Libano, con tutte le sue questioni religiose e geopolitiche ancora aperte, dovrebbe ottenere l’ascolto della comunità internazionale, perché è un punto di riferimento importante di progetti cruciali per la pacificazione e la stabilità politica di tutta l’area mediorientale.
– Francesca Pompei
LE FOTO SONO STATE SCATTATE NEI SEGUENTI LUOGHI:
- una villa Liberty abbandonata a Ghazir, comune nel distretto di Keserwan sul Monte Libano, Governatorato del Libano;
- la stazione ferroviaria in rovina di Tripoli, nel Libano settentrionale;
- un edificio devastato nel centro di Tripoli;
- le rovine di un edificio residenziale a Sodeco, uno dei quartieri più antichi di Beirut;
- un edificio abbandonato nel distretto di Tallet Jounblat, Beirut;
- un edificio in fase di ristrutturazione nel quartiere Gemmayze;
- la sinagoga di Bhamdoun, distretto di Aley, Libano;
- il Grand Sofar Hotel nel villaggio libanese di Sofar.
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