“Nascerà in Triennale il Museo Nazionale della Fotografia”. Parlano Franceschini e Boeri
La notizia è arrivata durante una conferenza stampa in Triennale a Milano proprio dal Ministro dei Beni Culturali. Il nuovo museo sarà composto dagli archivi di MUFOCO, Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, e alla fotografia saranno dedicati 1500 mq. Ce ne ha parlato il Presidente di Triennale Stefano Boeri.
Un Museo Nazionale della Fotografia all’interno degli spazi della Triennale di Milano: si tratta del nuovo progetto annunciato dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, intervenuto via streaming alla presentazione delle nuove mostre dell’istituzione milanese (le prime della nuova collaborazione con Fondazione Cartier).
IL NUOVO MUSEO NAZIONALE DELLA FOTOGRAFIA IN TRIENNALE: IL MINISTRO FRANCESCHINI
“Sono qua per ribadire il mio sostegno a Triennale, il sostegno nell’ordinarietà della gestione con le risorse del Ministero, ma anche sostegno per aiutare a superare la fase dell’emergenza, l’assenza di bigliettazione, e sostenere Triennale anche nell’iniziativa su cui stiamo lavorando: dopo il Museo del Design Italiano, nascerà un grande Museo Nazionale della Fotografia, che parta dalla collaborazione con il MUFOCO, con il suo bellissimo archivio, che doti l’Italia finalmente di un Museo Nazionale della Fotografia”, ha dichiarato il Ministro Franceschini, concludendo, “abbiamo davvero un grande lavoro da fare insieme, ciao Stefano”, rivolto a Stefano Boeri, Presidente dell’istituzione milanese.
BOERI: ECCO COME SARÀ IL MUSEO
Da quello che per ora si sa, MUFOCO, Museo di Fotografia Contemporanea, sarà un soggetto fondamentale per la realizzazione del nuovo museo. Attivo dal 2004 nella sede di Villa Ghirlanda, complesso architettonico secentesco nel centro storico di Cinisello Balsamo, l’archivio del museo è composto da 2 milioni di immagini (di cui 56.229 digitalizzate), 455 autori e 34 fondi online, con fotografie che vanno dal secondo dopoguerra, con particolare attenzione agli sviluppi della fotografia contemporanea, dagli anni Settanta a oggi. La sua partecipazione al progetto non è casuale: il museo – oltre a possedere un fondo fotografico di grande importanza – vede già Triennale di Milano come partecipante istituzionale, ed è inoltre sostenuta dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. L’istituzione di un nuovo Museo Nazionale della Fotografia costituirebbe un traguardo a lungo atteso, andando a colmare una lacuna nel tessuto culturale del paese. Per non parlare dell’enorme valore che acquisirebbe Triennale di Milano, già punto di riferimento riconosciuto a livello internazionale, che ospita dal 2019 nei suoi spazi il Museo del Design Italiano.
MUSEO NAZIONALE DELLA FOTOGRAFIA IN TRIENNALE: LE ANTICIPAZIONI DI BOERI
Qualche dettaglio in più lo ha aggiunto Stefano Boeri, raggiunto da Artribune. “Questo museo nascerà a partire dagli archivi straordinari del MUFOCO e dall’esperienza di questo museo”. Cosa succederà, in sostanza, a seguito dell’introduzione del nuovo spazio dedicato alla fotografia? Spiega il Presidente di Triennale: “gli archivi del MUFOCO verranno spostati in Triennale, che aprirà un grande spazio dedicato alla fotografia e agli archivi di 1500 mq. La Triennale manterrà, all’interno del progetto del Museo Nazionale della Fotografia, un rapporto privilegiato con Cinisello Balsamo e con Villa Ghirlanda, nella quale verranno prodotte esposizioni e mostre con continuità”. E conclude: “oltre a questi 1500 metri quadri, che saranno sempre occupati dagli archivi e da mostre fotografiche, la Triennale potrà decidere anche di utilizzare a rotazione gli altri rimanenti spazi, destinandoli alla fotografia come oggi fa per il design. Insomma avremo a disposizione, quando sarà necessario, un grande spazio”. Uno scenario che delinea un Museo Nazionale della Fotografia a geometria variabile. Un po’ a Cinisello Balsamo e un po’ a Milano. Con tanti spazi potenziali ma senza una sede identificabile e fissa. Una configurazione che non può che essere transitoria in attesa di trovare uno spazio architettonicamente autorevole, riconoscibile e iconico come la fotografia italiana merita.
-Giulia Ronchi
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