Anima, corpo e fotografia. Fulvio Magurno a Genova
Il Museo di Villa Croce dà spazio alla fotografia di Fulvio Magurno, autore di una riflessione sulla dialettica anima-corpo.
Animulae, ‘piccole anime’, è il titolo del recente lavoro di Fulvio Magurno (Ravanusa, 1958), fotografo siciliano che ha vissuto per molti anni a Napoli e che si è trasferito poi a Genova. Si tratta di otto stampe fotografiche di formato medio-piccolo e di una di grande formato, stampe in cui si coglie la leggerezza, l’evanescenza dell’anima in contrasto con il corpo. Il lavoro è proposto sino al 5 aprile al Museo di Villa Croce, in collaborazione con la Galleria Capoverso, sempre di Genova.
“Da uomo razionale non so se l’anima esista, se sia distinta dal corpo, se sia immortale”, spiega Magurno, “ma da artista subisco il fascino del tema e qui cerco di rendere l’evanescenza dell’anima rispetto alla consistenza della carne e del corpo con opere che evidenzino questo dualismo. Per accentuare la spiritualità dell’anima ho scelto un unico e vibrante colore blu”. Un blu che richiama le Antropometrie di Yves Klein, artista amatissimo. Da un punto di vista iconografico Magurno è, invece, partito dai crocefissi di Anton Maria Maragliano, un pittore genovese vissuto tra Seicento e Settecento. Ne risulta un’interessante commistione linguistica. Animulae è anche il titolo del leporello prodotto per l’occasione.
‒ Angela Madesani
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