Il segno e la luce. Le fotografie di Guido Strazza a Roma
Guido Strazza attraverso le immagini del suo archivio fotografico in un racconto di arte e di vita. Una mostra a cura di Luisa De Marinis e Simona Turco a Roma, nella ex Chiesa delle Zitelle, spazio espositivo dell’Istituto Centrare per la Catalogazione.
![Il segno e la luce. Le fotografie di Guido Strazza a Roma](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/03/Milano-1958.-Guido-Strazza-nei-pressi-della-stazione-di-Porta-Nuova.-Stampa-alla-gelatina-ai-sali-dargento-cm-30x395-1-1024x777.jpg)
Leggere un diario intimo, le cui pagine sottili e logorate dal tempo fanno emergere appunti di vita, piccoli fotogrammi che l’apparecchio fotografico arresta, è un compito complesso, perché attraverso la visione del materiale biografico si entra nella vita altrui. La storia è quella di Guido Strazza (Santa Fiora, 1922), uno degli artisti più importanti del panorama contemporaneo, pittore e incisore che nei suoi numerosi viaggi ha documentato attraverso la fotografia i propri spostamenti: dalla scuola di volo a Fano nel 1943 agli itinerari in Sud America nel 1948, fino al rientro in Europa dove sosterà fra Venezia, Milano, Amsterdam e Roma. Dall’incontro con Filippo Tommaso Marinetti nel 1941, pian piano la sua indagine verterà sul segno come elemento legato alla ricerca di un mondo sensibile e interiore, indagine profonda che si intreccia con il proprio vissuto, le cui piccole fotografie in bianco e nero sono materia collaterale ma necessaria, uno sguardo aperto verso orizzonti nuovi scrutati antropologicamente, che, dal suo approdo in Venezuela, arriva, dopo ulteriori tappe, in Perù.
I VIAGGI DI GUIDO STRAZZA
Questi spazi fotografati sono territori d’indagine, d’incontri, di arte e di vita, abitati consapevolmente dall’artista che attraverso il segno e la luce rifonda il mondo in un racconto inaspettato fatto per immagini che tramuta in una geografia visiva. Gli spazi immensi delle Ande, fotografati nel 1949, sono anche sentieri intricati e profondamente malinconici, territori sconfinati e dilatati che il tempo inghiotte e la macchina fotografica arresta. Il tema viaggio come spostamento fisico, con le proprie implicazioni psicologiche e sociali, crea una unione fra natura e sentimento, in cui gli indios, popolo arcaico e nostalgico, accompagnerà Guido Strazza nel suo peregrinare in queste lande. È questo il rapporto primordiale con il paesaggio e l’uomo, in cui si fondono i riti cultuali che l’artista toscano indaga: le deambulazioni dei simulacri trasportati nelle processioni, dalle quali affiorano i particolari della passione di Cristo, diventano forme plastiche monumentali, come nella serie delle rocce scolpite dal vento e dal mare, in cui il bianco e nero crea sagome astratte. Questi elementi si muovono e pulsano in simbiosi con la ricerca artistica, dove natura e segno, attraverso linee laceranti e intime, percorsi, grovigli e contrasti, fondano, nell’immaginario di Strazza, un mondo interiore da preservare ed esternare.
![Guido Strazza. Roma, Studio a Testaccio, 1989](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/03/Guido-Strazza.-Roma-Studio-a-Testaccio-1989.jpg)
Guido Strazza. Roma, Studio a Testaccio, 1989
GUIDO STRAZZA A MILANO E ROMA
La Milano degli Anni Cinquanta, però, in cui conosce Lucio Fontana e l’attività intorno alla Galleria del Naviglio, segna la conclusione della ricerca vicino all’arte informale con il rogo della serie dei “quadri falliti”, in cui il fuoco, proprio come i rami scheletrici presenti nei paesaggi peruviani e che si ritrovano nella serie di Amsterdam, plasma una vita nuova. È la traccia, questa, dell’arrivo a Roma, degli incontri importanti con Maurizio Calvesi, Gillo Dorfles, Luca Patella, Giulio Carlo Argan, Carlo Bertelli, Mario Cresci, Palma Bucarelli e tante altre grandi personalità dell’arte e della cultura contemporanea fra gli Anni Settanta e Ottanta. Da questo diario intimo e vasto, ulteriori pagine e percorsi vi sono ancora da poter conoscere e narrare: il suo archivio fotografico restituisce al pubblico i frammenti di una vita e di una carriera; la curiosità di fissare su carta fotografica i luoghi della propria esistenza costituisce fonte di materia preziosa e inedita; la storia di un grande artista e della sua forza creatrice nel guardare e fondere il mondo intorno a sé, attraverso il movimento costante della vita, del segno e della natura.
‒ Fabio Petrelli
![Fano, 1943. Scuola di Volo dell’Aeronautica militare. Guido Strazza in un momento del corso Allievi ufficiali piloti. Stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 8,5x13,5](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/03/Fano-1943.-Scuola-di-Volo-dellAeronautica-militare.-Guido-Strazza-in-un-momento-del-corso-Allievi-ufficiali-piloti.-Stampa-alla-gelatina-ai-sali-dargento-cm-85x135-1-768x493.jpg)
![Matera, 1994. Associazione culturale “La Scaletta”. Corso di Guido Strazza tenuto agli insegnanti della scuola media “Giovanni Pascoli”, Corso popolare di incisione](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/03/Matera-1994.-Associazione-culturale-La-Scaletta.-Corso-di-Guido-Strazza-tenuto-agli-insegnanti-della-scuola-media-Giovanni-Pascoli-Corso-popolare-di-incisione-768x1154.jpg)
![Milano 1958. Guido Strazza nello studio di Via Montebello](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/03/Milano-1958.-Guido-Strazza-nello-studio-di-Via-Montebello-768x915.jpg)
![Milano, 1958. Guido Strazza nei pressi della stazione di Porta Nuova. Stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 30x39,5](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/03/Milano-1958.-Guido-Strazza-nei-pressi-della-stazione-di-Porta-Nuova.-Stampa-alla-gelatina-ai-sali-dargento-cm-30x395-1-768x583.jpg)
![Milano, 1958. Guido Strazza nello studio di via Montebello. Stampa alla gelatina ai sali d’argento, cm 15x10,3](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/03/Milano-1958.-Guido-Strazza-nello-studio-di-via-Montebello.-Stampa-alla-gelatina-ai-sali-dargento-cm-15x103-1-768x1109.jpg)
![Roma, 1979. Con Palma Bucarelli durante l'inagurazione della mostra Guido Strazza](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/03/Roma-1979.-Con-Palma-Bucarelli-durante-linagurazione-della-mostra-Guido-Strazza-768x573.jpg)
![Guido Strazza. Roma, Studio a Testaccio, 1989](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2021/03/Guido-Strazza.-Roma-Studio-a-Testaccio-1989-768x947.jpg)
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