Fotografare i teatri vuoti. Il progetto fotografico di Thomas Inghilterra

Poco più che ventenne, il fotografo siciliano Thomas Inghilterra ha immortalato i teatri milanesi chiusi per effetto della pandemia. Scatti vuoti e silenziosi che colgono tutto il dramma vissuto dal mondo della cultura in questo lungo anno di emergenza.

Silenzio. Buio. Vuoto. è il reportage fotografico di Thomas Inghilterra (Sicilia, 1998), un fotografo poco più che ventenne. Soggetto del lavoro sono i teatri milanesi chiusi a causa del Covid. Cosa c’è di più inquietante di un teatro chiuso? Con le poltrone ricoperte dalla plastica? Sono luoghi in attesa del ritorno. Degli attori, del pubblico. Quelle plastiche richiamano alla memoria i salotti mai vissuti di certe case che paiono popolate di fantasmi. L’oscurità delle foto di Inghilterra è metaforica, riguarda l’attenzione mediatica e politica. La situazione è beckettiana. Godot arriverà? “Oggi non verrà, ma verrà domani”, di quale domani stiamo parlando?

LA CRISI DEI TEATRI

Dare lavoro e avere spettacoli pronti per l’apertura”, così Barbara Caldarini, responsabile della comunicazione dell’Elfo Puccini di Milano, riassume l’attività che il teatro sta svolgendo in questo periodo. “Bisogna tenere aperto un canale di comunicazione, attraverso il palliativo del web che non ha fatto allontanare completamente gli spettatori”. Un impegno trasversale che ha riguardato tutti i teatri di Milano, tra cui l’Arcimboldi, il Dal Verme, il Teatro Fontana, Gerolamo e Litta, con aggiornamenti dei siti internet e nuovo materiale multimediale a disposizione.
“Il teatro è una macchina favolosa perennemente in movimento, ma servono moltissime persone per farla funzionare. Quante volte in questo periodo si sono ritrovate al buio, in un infermo silenzioso perché a riflettori spenti, in una tempesta disorientante che li ha privati, oltre che dello stipendio, del loro lavoro e della loro passione”, spiega il fotografo, che ha passato molto tempo in quegli ambienti stranianti. Il palcoscenico è serrato da pesanti tendoni, altre volte dai lavori in corso, oppure è tutto immobile sulla scena. Le custodie copriabiti, sacchetti vuoti che come fantasmi mostrano presenze passate. “Inizialmente ci inquietavano, ma adesso ci sembrano solo pronte per il momento in cui si riempiranno di nuovo”, afferma Stefania Fumo, direttore Produzione e Comunicazione de I pomeriggi Musicali del Teatro Dal Verme.

Thomas Inghilterra, Silenzio. Buio. Vuoto, 2020

Thomas Inghilterra, Silenzio. Buio. Vuoto, 2020

DAL PALCOSCENICO ALLO STREAMING

Costretti a nuovi modi pur di non lasciare il teatro, ci ritroviamo in un mondo vittima dello streaming, che trasporta l’esperienza poliedrica della scena in un bidimensionale schermo led. “Eppure quelle visualizzazioni per noi hanno smesso di essere numeri, acquisendo la materia dei nostri abbonati, e abbiamo imparato a sentire la presenza del pubblico”, continua Fumo. Dal canto loro, però, gli attori non vedono che qualche obiettivo meccanico puntato sulla loro performance della platea. Nessuno sguardo attento che sarà presto sorpreso, felice, scioccato, addolorato; tanto meno i sussurri, le risa, gli applausi che costringevano il ritorno ripetuto sulla scena dei più bravi.  Sono foto di assenze, quelle di Inghilterra, in cui le presenze che sono state devono per forza tornare a essere.

Angela Madesani

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

Scopri di più