Fotografare la montagna. La mostra di Walter Niedermayr a Torino
Complessa e mai nostalgica, la fotografia di Walter Niedermayr va in mostra negli spazi di Camera, a Torino. Protagonista la montagna e una dettagliata riflessione sull’ambiente nel quale viviamo.
Se c’è un artista, che opera con la fotografia, difficile da etichettare, premesso che qualsiasi etichetta è perlopiù obsoleta, questo è Walter Niedermayr (Bolzano, 1952). La mostra ospitata da Camera, a Torino, a cura di Walter Guadagnini, propone una selezione degli ultimi vent’anni della sua intelligente ricerca.
LA MOSTRA A TORINO
Transfomations è il titolo della rassegna che presenta un interessante quanto pulito allestimento: in talune zone della mostra le opere sono poste su una sorta di wall paper caratterizzato dalla riproduzione continua di immagini di montagna. La foto sulla foto. E quindi l’utilizzo di semplice cartone senza alcun orpello. Si parla di trasformazioni sociali, fenomeniche, visive del paesaggio che circonda l’uomo. Una parte della mostra nel corridoio propone una recente ricerca dell’artista altoatesino sulla Val di Fiemme, una ricerca, condotta in sette anni, che si potrebbe definire antropologica, in cui si indaga una particolare zona del territorio italiano. Interessanti le presenze, umane e antropomorfe, che fungono da sorta di punti di collegamento all’interno dei vari lavori. Ritratti degli oggetti, che riportano a certa fotografia di ambito tedesco, Sander per esempio. Anche la macchina sparaneve diviene un personaggio a tutti gli effetti.
LA FOTOGRAFIA DI NIEDERMAYR
Il lavoro di Niedermayr è ricco di riferimenti, di rimandi, ma non è percorso da alcuna velleità nostalgica, come sottolinea Guadagnini nel catalogo che accompagna la mostra, edito da Silvana Editoriale. Gli ampi paesaggi innevati, solcati da strisce di impianti, di reti, di presenze, puntini colorati che perdono sempre più la loro identità, sono vicini a una dimensione astratta. L’astrazione di un tempo come il nostro, difficile da analizzare nella sua totalità.
L’artista mette in piedi un’intensa indagine di carattere ambientale, pur senza alcuna dichiarazione di matrice moralistica. Niedermayr conosce quei luoghi, li ha vissuti, ne è parte.
DUE OPERE INEDITE
In mostra ci sono anche due dittici inediti, realizzati nel cantiere di Palazzo Turinetti in Piazza San Carlo, a Torino, che diventerà la quarta sede delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo. Qui risiede il concetto stesso della mostra: ciò che l’artista ha fotografato già non esiste più, il movimento è continuo, è un passato su cui poter progettare attraverso la fotografia.
Niedermayr è un artista completo, complesso, che pone la sua attenzione sul linguaggio e sul senso che ha oggi l’utilizzo dello strumento fotografico, a lui familiare, per il quale la trasformazione diviene un codice di indagine delle diverse realtà proposte.
‒ Angela Madesani
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