Cy Twombly era anche fotografo. 50 scatti a Roma
Da New York a Roma, da Lexington a Bassano in Teverina, la mostra in corso da Gagosian a Roma racconta in 50 opere la passione del pittore americano per la fotografia, declinata come intimo strumento di misurazione del tempo e della memoria
Più noto per la sua pittura, Cy Twombly (Lexington, 1928 ‒ Roma, 2011) si è in realtà cimentato, sin dagli anni del college, con la fotografia, che ha utilizzato quasi come una sorta di “diario documentale” su luoghi e oggetti a lui cari. Si tratta infatti di immagini dal carattere intimo, che approfondiscono angoli e punti di vista di luoghi chiave della vita dell’artista, così come di opere d’arte che hanno catturato il suo sguardo. Sempre, comunque, emerge l’approccio “pittorico” di Twombly; anche nelle fotografie, infatti, si può apprezzare la capacità dell’artista di sfocare la linea e giocare con la luce, in modo da creare l’illusione di stare guardando un disegno o un dipinto, anche in omaggio al movimento pittorialista di Steichen e Stieglitz.
Immagini nelle quali la sfocatura crea a sua volta l’effetto della sospensione temporale, e il filone della memoria universale, che l’artista ha frequentato attingendo dall’arte antica, si presenta adesso sotto le spoglie della memoria personale, fatta di luoghi e oggetti. La parete circolare che accoglie le opere sembra infine accentuare ulteriormente il concetto del tempo sotteso alla mostra.
‒ Niccolò Lucarelli
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