Sharbat Gula è rifugiata in Italia. Era la “ragazza afghana” fotografata da Steve McCurry
La famosissima protagonista della copertina di National Geographic del 1985 e simbolo storico dei conflitti nell'area ha ottenuto lo status di rifugiata dal governo Draghi.
La “ragazza afgana” della copertina del 1985 di National Geographic ha ottenuto lo status di rifugiata in Italia. L’allora dodicenne Sharbat Gula, orfana pashtun, era stata ritratta da Steve McCurry nel 1984 in un campo profughi al confine tra Afghanistan e Pakistan durante l’occupazione sovietica del Paese, e rintracciata decenni dopo: solo allora era finalmente emersa l’identità dietro quello sguardo sconvolgente. Ora è una donna di quasi cinquant’anni quella arrivata a Roma con lo status di rifugiata concesso dal governo Draghi: “È giunta a Roma la cittadina afghana Sharbat Gula, che acquisì notorietà planetaria, sino a simboleggiare le vicissitudini e i conflitti della fase storica che l’Afghanistan e il suo popolo stavano attraversando“, comunicano da Palazzo Chigi, da cui fanno sapere di aver collaborato con le no profit attive nel Paese e aver organizzato il suo trasferimento in Italia “nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani e del piano del Governo per la loro accoglienza e integrazione“.
LA STORICA FOTOGRAFIA DI MCCURRY
Gula era una studentessa della scuola del campo profughi di Nasir Bagh, dove si trovava da quando aveva sei anni per scappare dai bombardamenti sul suo villaggio nel Nangarhar orientale, quando il fotografo della National Geographic Society Steve McCurry la ritrasse su pellicola Kodachrome 64 a colori, con una fotocamera Nikon FM2. McCurry non registrò il nome della giovane donna, che sarebbe diventata la protagonista della più riconoscibile copertina del magazine, una mancanza compensata dalla spedizione organizzata nel 2002 dalla National Geographic Society: una volta trovata – era tornata in Afghanistan da dieci anni – fu identificata con l’analisi biometrica dell’iride. Solo allora le mostrarono, per la prima volta, quella incredibile fotografia.
-Giulia Giaume
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati