Sei attivisti per il calendario Lavazza 2022. Ritratti di creativi impegnati su ambiente e sociale

Portano la firma di un celebre direttore della fotografia le immagini del calendario Lavazza 2022. Arte, creatività, attivismo sociale, ambiente, paesaggi straordinari e un motto semplice, incisivo: “Io posso cambiare il mondo”. Una campagna che è un inno all’azione e all’impegno personale per le grandi questioni ecologiche e umanitarie.

L’anno che inizia, per un brand autorevole come Lavazza, è nel segno del cambiamento e dell’autodeterminazione: “È da noi stessi che dobbiamo ripartire per generare quella forza in grado di invertire questo preannunciato collasso”. Recita così lo statement del progetto “I Can Change The Word”, con cui uno dei colossi del caffè italiano saluta il 2022. Un manifesto ideale, per ripartire da parole chiave come talento, volontà, azione, fiducia. Tra pandemia, crisi economica, tragedia dei migranti, tensioni geopolitiche, violazioni dei diritti umani, alterazioni climatiche, e un disorientamento collettivo sul piano dei riferimenti politici, etici, culturali, l’azienda piemontese fondata nel 1895 sceglie di comunicare sé stessa attraverso una narrazione intrisa di positività, tutta costruita intorno al valore delle persone.

– Helga Marsala

L’OCCHIO DI UN GRANDE DEL CINEMA

Emmanuel Lubezki

Emmanuel Lubezki

Così nasce una campagna di comunicazione, con un nuovo calendario d’autore, affidato come da tradizione a un fotografo di fama internazionale. Si tratta stavolta del messicano Emmanuel Lubezki, tra i maggiori direttori della fotografia al mondo, tre volte Premio Oscar con i film Gravity di Cuaròn (2013), Birdman (2015) e The Revenant (2016) di Inarritu, a cui si sommano svariate nomination e una sfilza di collaborazioni con registi del calibro di Tim Burton, Terrence Malick, Ben Stiller e i fratelli Coen.
C’è l’ambiente, soprattutto, al centro del suo concept per Lavazza: metafora di tutte le emergenze che affliggono il Pianeta, in questo passaggio tra i due primi decenni del nuovo millennio. Protagonisti sei personaggi, “sei artisti e attivisti impegnati a favore del cambiamento”, spiega Lubezki. Ognuno di loro è al centro di scatti in cui il paesaggio – sintesi di bellezza folgorante e di precarietà – è metafora universale, con i segni del climate change che diventano storture evidenti, inequivocabili segnali d’allarme: “laghi glaciali che scompaiono da un giorno all’altro – continua l’autore – e strade così roventi da sciogliere gli pneumatici. Questo mi ha reso tremendamente consapevole del fatto che abbiamo un disperato bisogno della voce di questi attivisti. ll loro lavoro ci sfida, crea una comunità, ci prepara maggiormente alla bellezza del mondo e ci rende più forti nel contrastare ciò che lo mette in pericolo”.

MUSICA PER CAMBIARE IL MONDO

Ben Harper

Ben Harper

Gennaio e febbraio hanno il volto del cantautore e strumentista californiano Ben Harper, tra i maggiori esponenti di una scena musicale che si nutre di sonorità folk, blues, reggae. Il titolo stesso della campagna Lavazza arriva dal testo di un brano di Harper, che è un invito a operare con le proprie stesse mani per rendere la terra un posto “migliore”, “più gentile”, “luminoso” e “sicuro”: “With My Own Two Hands” è la prima traccia dell’album “Diamonds on the Inside”, uscito nel 2003 per la Virgin Records. Nel 2018 Lavazza aveva già scelto la canzone per accompagnare i suoi spot dedicati a un nuovo tipo di caffè biologico, battezzato “Tierra Bio”: “With My Own Two Hands è il riflesso del mio profondo desiderio di proteggere l’ambiente mentre mi batto contro le disuguaglianze sociali e culturali”, spiega Harper, da sempre convinto che la natura politica e quella spirituale della musica possano e debbano convivere, nel nome del rispetto e della consapevolezza di sé, degli altri, della natura.

RAP E DIRITTI CIVILI

Sonita Alizada per Lavazza - Ph. Emmanuel Lubezki

Sonita Alizada per Lavazza – Ph. Emmanuel Lubezki

È impegnata nel campo del sociale Sonita Alizada, testimonial per marzo e aprile. Attivista e rapper afghana, da anni denuncia la situazione emergenziale del suo Paese e di altre regioni del mondo, in tema di diritti delle donne e dei minori: “Ogni anno oltre 12 milioni di ragazze si sposano prima di aver compiuto 18 anni, una ragazza ogni 3 secondi. Sono più di 650 milioni le donne che oggi soffrono per le conseguenze di un matrimonio precoce. Mi batto per le ragazze di tutto il mondo affinché ci sia un epilogo diverso e per assicurarmi che ognuna di esse abbia l’opportunità di scegliere il proprio futuro”.
Cresciuta nella povertà, figlia di rifugiati, Sonita ha vissuto il dramma dell’esodo: una sens papier perduta fra terre inospitali, in cerca di un futuro. Venduta a un uomo all’età di 10 anni, vide saltare il contratto di matrimonio, ma a sedici anni la famiglia provò nuovamente a consegnarla a un marito-padrone: fortunatamente riuscì a fuggire e trovò la sua strada. Il successo arrivò con una canzone scritta in forma di protesta (“Daughters for Sale”) e con il videoclip girato insieme al regista iraniano Bizhan Siamak. Poi arrivò il film sulla sua vita, “Sonita”, una produzione tedesca con la regia della documentarista iraniana Rokhsareh Ghaem Maghami, premiato al Sundance Film Festival. Oggi Sonita vive negli USA, studia al college, e prosegue la sua storia di musica e di lotta.

SALVAGUARDARE IL MARE, TRA FOTOGRAFIA E BIOLOGIA

Cristina Cristina Mittermeir per Lavazza - Ph. Emmanuel Lubezki

Cristina Cristina Mittermeir per Lavazza – Ph. Emmanuel Lubezki

Interpreta i mesi di maggio e giugno Cristina Mittermeir, biologa marina, attivista, fotografa per la rivista “National Geographic”. Nel 2005 ha fondato la prestigiosa International League of Conservation Photographers (ILCP) per fornire una piattaforma ad hoc ai fotografi che lavorano su questioni ambientali. Spiega: “Sono cresciuta in una città arroccata sui monti del Messico centrale, ma ciononostante mi sono innamorata dell’oceano già in tenera età: ho scelto gli studi scientifici proprio per immergermi in quel mondo e non ci ho messo molto a scoprire che gli oceani hanno seriamente bisogno di aiuto”. Il mare è il suo elemento, il suo habitat, la sua fonte di ricerca e d’ispirazione: “Siamo tutte creature terrestri”, dice, “ma molti di noi hanno dimenticato che siamo qui grazie al mare”.

DANZA, ANTROPOLOGIA E BLACK CULTURE

Shamell Bell per Lavazza - Ph. Emmanuel Lubezki

Shamell Bell per Lavazza – Ph. Emmanuel Lubezki

Il sorriso e l’energia di Shamell Bell dominano i mesi di luglio e agosto: attiva tra Street Dance Activism e Global Dance Meditation for Black Liberation, si definisce “madre, organizzatrice di comunità, ballerina/coreografa e regista di documentari”. Dopo il dottorato di ricerca in Culture and Performance presso il dipartimento World Arts and Cultures/Dance dell’UCLA, ha concluso il Master in Ethnic Studies presso la UC San Diego e ha ricevuto il B.A. con lode in American Studies and Ethnicity, specializzandosi in African Americani Studies alla University of Southern California. Insegna ad Harvard e al Dartmouth College. Coniugando il mondo della danza di strada con quello dei diritti civili, dell’etnografia e della cultura africana, Shamell intende la ricerca coreutica, inserita nel contesto urbano, come una forma di azione politica “grassroots”, dal punto di vista di artista e studiosa.

DESIGN E FEMMINISMO

Shilpa Yarlagadda per Lavazza - Ph. Emmanuel Lubezki

Shilpa Yarlagadda per Lavazza – Ph. Emmanuel Lubezki

La questione dell’empowerment femminile è al centro del discorso sociale e culturale portato avanti da Shilpa Yarlagadda, giovane imprenditrice e designer di gioielli di origine indiana, cresciuta nella Silicon Valley, dove le discriminazioni di genere erano già evidenti ai suoi occhi di studentessa: “Ho visto quante diseguaglianze le donne debbano affrontare in ogni fase del cammino verso la realizzazione dei loro grandi sogni”, racconta. “Anche il settore della gioielleria, alla stregua di molti altri, era dominato dagli uomini”. Oggi, oltre a guidare la sua azienda, la Shiffon Co., Shilpa è a capo della non profit Startup Girl Foundation: metà dei profitti vengono destinati ad aziende che supportano l’emancipazione delle donne. “In qualità di giovane imprenditrice – continua – voglio creare un mondo in cui le ragazze crescano sapendo di poter seguire le proprie passioni con il supporto di una rete globale di donne forti”.

LAND ART, MIGRANTI e AMBIENTALISMO

Saype per Lavazza - Ph. Emmanuel Lubezki

Saype per Lavazza – Ph. Emmanuel Lubezki

Infine Saype (pseudonimo di Guillaume Legros), che chiude con le immagini di novembre e dicembre. Inserito da Forbes nella lista dei trenta under 30 più influenti al mondo nel campo dell’arte e della cultura, Saype ha ottenuto una visibilità straordinaria grazie ai suoi progetti di land art in cui l’impatto visivo forte si coniuga con una vocazione ecologica ed etica. Dopo aver brevettato una vernice biodegradabile al 100%, l’artista francese ha ideato una tecnica pittorica che gli consente di realizzare enormi affreschi sul suolo, dipingendo direttamente sul paesaggio. Immagini figurative, portatrici di messaggi semplici, positivi, subito comprensibili, con un potenziale mediatico altissimo.
Nel 2018 il suo progetto autofinanziato a sostegno dell’associazione SOS Mediterranean – un’opera di 5.000 m² realizzata di fronte al Lago di Ginevra, sul prato del parco adiacente al quartier generale delle Nazioni Unite – rappresentava una bambina di nome “Futuro”, con una mano tesa simbolicamente verso l’orizzonte, verso la lo specchio d’acqua, verso l’umanità stessa. Milioni di persone sono state raggiunte, grazie al web, da questa visione semplice, dolce, carica di significato. Un suo imponente lavoro, fotografato da Ami Vitale, era stato già inserito nel calendario Lavazza 2019, dedicato al rapporto tra arte e natura.

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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