Nasce Eur Photo Project. Il (non) festival di Roma che unisce fotografia e letteratura
A guidarlo sarà Marco Delogu, che è stato direttore dell’ Istituto Italiano di Cultura a Londra ma soprattutto fu ideatore di FotoGrafia, l’ex festival dedicato all’arte della luce nella Capitale. L’intervista
Inaugurerà all’EUR il 25 febbraio 2022 (fino al 9 marzo), dentro la Nuvola di Fuksas, Eur Photo Project, con il sottotitolo sibillino e un po’ ironico Fotografia e Letteratura: un amore contrastato. Per comodità lo hanno denominato festival, ma più che un contenitore è un concept curatoriale che si muove sul filo della appassionata relazione sentimentale tra il mondo delle immagini e quello delle parole. A guidarlo sarà il fotografo e curatore Marco Delogu, per sedici edizioni alla guida dell’ex festival FotoGrafia di Roma (l’ultima edizione nella Capitale si è svolta nel 2017), e dal 2015, per quattro anni, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra. Un progetto, questo, che sembra prendere un po’ le mosse da quell’esperienza nella Capitale, ma che, come ci dice lo stesso ideatore, si concentra maggiormente sul tema, sul rapporto con la città, a partire da numi tutelari come Pasolini e Ghirri, e dal quartiere urbanisticamente difficile, progettato negli anni ’30 per volere di Mussolini, in cui prende forma. Il programma vanta mostre dislocate su 3000mq nel già iconico edificio, progetti work in progress, spazi dedicati a librerie e collettivi, incontri con scrittori e fotografi, attraversando i temi e le generazioni. Prodotto da EUR Culture per Roma e con un ricco parterre istituzionale alle spalle, non si sa ancora se sarà un numero zero, un numero uno o un progetto one shot. Nel frattempo, abbiamo intervistato Marco Delogu.
Fotografia e letteratura insieme. Perché?
Ho fatto il fotografo per tutta la vita e come sapete per 17 anni ho guidato il festival di fotografia di Roma. Poi sono stato direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra per quattro anni e sono tornato da poco a vivere in Italia. È stata una esperienza straordinaria: ho avuto a che fare con moltissimi scrittori italiani che sono venuti in Inghilterra ed uno dei miei più grandi risultati è stato portare le traduzioni della letteratura del nostro paese da 15 a 75 all’anno.
Un bel numero.
Nell’ultimo periodo tutta la generazione di Albinati, Veronesi, Trevi è stata pubblicata in inglese – e la Gran Bretagna è un paese che lavora pochissimo sulle traduzioni-. Parliamo del 3%, rispetto al 18% francese e al 25% italiano. Sicuramente il traino è stata Elena Ferrante, ma anche il percorso portato avanti dall’Istituto di Cultura.
Che rapporto ha con gli scrittori? E con i fotografi?
Sono cresciuto più con gli scrittori che con i fotografi. Dagli anni ’90 in poi, ad esempio, ho lavorato con Edoardo Albinati per il libro Asinara o Cattività, oppure con Emanuele Trevi o ancora con Erri De Luca. Ci sono anche molti fotografi che ritengo miei compagni di strada. Parlo di Olivo Barbieri, Paolo Ventura, Jacopo Benassi, Luca Nostri, Sabrina Ragucci…Ho grande stima della fotografia italiana.
Che legame c’è tra questo Eur Photo Project e il festival FotoGrafia di Roma?
Non c’è un grandissimo legame. Questo è un progetto molto più piccolo, che mette al centro il rapporto tra fotografia e letteratura e ha anche una relazione fortissima con il territorio.
In che senso?
Viene lanciato nei 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini che negli ultimi anni della sua vita ha abitato all’EUR – e non se ne capisce nemmeno il motivo-. I suoi amici, Dacia Maraini, Pupi Avati e molti altri, si interrogavano spesso sulle ragioni di questa scelta, dell’acquisto di una casa borghese in un complicato quartiere romano con una terrazza che s’affacciava sulle borgate che lui aveva spesso cantato nei suoi film e nei suoi libri. Attraverso voci eminenti di esperti di Pasolini, come quella di Walter Siti, parleremo di questo, ma anche di temi difficili come l’eredità fascista dell’Eur. E poi ci sono anche altri filoni importanti, ad esempio quest’anno ricorre il trentennale dalla morte di Luigi Ghirri, scomparso il 14 febbraio del 1992, ed è trascorso poco più di un mese dalla scomparsa di Gianni Celati…
Letteratura e fotografia hanno spesso camminato insieme nel secondo dopoguerra, incontrando anche il mondo del cinema e dell’arte contemporanea. Crede che quel milieu culturale comune che ha spesso unito artisti e scrittori esista ancora oggi?
Penso di si. Penso all’introduzione a L’immagine fantasma di Guibert, a firma di Emanuele Trevi, che è un capolavoro assoluto, oppure ai lavori di Andrea Cortellessa su Ghirri. E ancora agli scritti di Albinati e a Giorgio Falco. C’è tantissimo e c’è un mondo della fotografia che pensa, riflette e studia. Poi ognuno per campare fa ciò che gli è possibile, d’altra parte come è sempre stato.
– Santa Nastro
Eur Photo Project
dal 25 febbraio al 9 marzo 2022
Inaugurazione 25 febbraio, dalle ore 18
La Nuvola
Viale Asia 40-44
00144 Roma
https://www.eurphotoproject.it
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