A Milano la mostra del fotografo Davide Musto, tra cinema e moda. L’intervista
On show a Milano, in concomitanza con la fiera di fotografia MIA, Nuovo Cinema Paradiso, una mostra sulla nuova generazione del cinema italiano. Fino al 1 maggio da Superstudio Maxi
Si svolge in contemporanea con la fiera fotografica milanese MIA – Milan Image Art FairNuovo Cinema Paradiso di Davide Musto. Una mostra che si propone di mappare il panorama attoriale contemporaneo italiano, variegato e dinamico come non mai, attraverso un itinerario visivo scandito dai ritratti di alcuni suoi protagonisti: una collettività di giovani talentuosi, intraprendenti, pronti a ritagliarsi uno spazio crescente in quello showbiz nostrano che, negli ultimi anni, hanno contribuito a rivoluzionare, sfruttando soprattutto le possibilità offerte da Netflix, Amazon Prime Video e piattaforme simili. Nomi nella maggior parte dei casi già noti al pubblico, anche internazionale, data l’ubiquità dei colossi dello streaming, in grado di passare con nonchalance dal grande al piccolo schermo, da titoli di culto tra gli adolescenti a pellicole che toccano temi di grande presa quali i diritti LGBTQ, il razzismo, la salute mentale: si possono menzionare, ad esempio, Eduardo Scarpetta (che ha dimostrato di saper reggere il peso di un cognome tanto “ingombrante” recitando, tra gli altri, per Mario Martone e Ferzan Özpetek), Maria Chiara Giannetta (la Blanca dell’eponimo, fortunatissimo serial Rai, nonché apprezzata co-conduttrice del 72esimo Festival di Sanremo), Lorenzo Zurzolo (salito alla ribalta con Baby e Sotto il sole di Riccione), Ema Stokholma (artista poliedrica, ex modella, conduttrice, dj, vincitrice del Premio Bancarella 2021 col romanzo autobiografico Per il mio bene), Giancarlo Commare e Rocco Fasano, lanciati entrambi dalla serie teen Skam Italia.
NUOVO CINEMA PARADISO. CHI È DAVIDE MUSTO
Di origini palermitane ma ormai trapiantato nella capitale, Musto segue da tempo questo scenario magmatico, in costante evoluzione, formato da new talents che sembrano avere tutte le carte in regola per lasciare il segno nello spettacolo italiano; lavorando per magazine come MANINTOWN , L’Officiel, Style, Sportweek e Fucking Young!, è riuscito a “intercettarli” quand’erano ancora poco più che esordienti di belle speranze, immortalandoli in foto sfaccettate, cariche di contrasti (accentuati dalla scelta ricorrente del bianco e nero), che combinano sensualità e un gusto estetico sensibile alle oscillazioni della moda, riunite ora in un progetto itinerante che, dopo la parentesi di Milano, farà tappa a Roma e Noto per concludersi poi con un’esposizione alla Mostra del Cinema di Venezia, il prossimo settembre, arricchendosi ogni volta di contenuti fotografici e video inediti. Abbiamo incontrato Davide Musto per farci raccontare come è nato il progetto Nuovo Cinema Paradiso che, fino al 1° maggio, è esposto al MIA fair negli spazi milanesi di Superstudio Maxi.
L’INTERVISTA A DAVIDE MUSTO
Quando, come e perché è nata l’idea della mostra?
In realtà è nata in maniera abbastanza organica, nel senso che dopo anni trascorsi a fotografare questa nuova generazione del cinema italiano (e non solo), cui abbiamo dedicato anche due numeri di ManInTown, è stato naturale, sia per me che per il curatore, Federico Poletti, raccogliere il tutto in un percorso narrativo ben definito, con protagonisti quei talenti dimostratisi capaci di marcare una svolta epocale per la scena attoriale del paese, dando inoltre nuova linfa a un sistema composto da registi, sceneggiatori, produttori… Un cambiamento che non può che giovare all’intero settore.
Qual è il filo conduttore di Nuovo Cinema Paradiso?
La volontà di mettere insieme tutti i personaggi che, in tempi non sospetti, ho potuto ritrarre perché si sono affidati al mio obiettivo; il fil rouge di ogni mia fotografia, comunque sia, è il racconto.
Quali sono secondo te le peculiarità di questi new names? Li accomuna qualcosa?
Sicuramente sono accomunati dal fatto di essere, ciascuno com’è ovvio in modo del tutto peculiare, dei volti internazionali. Basti pensare a serie acclamate all’estero come Baby, che hanno preso storie se vogliamo “universali” (la vicenda delle baby squillo, in fondo, sarebbe potuta accadere ovunque) ma conferendo un respiro internazionale ai loro interpreti, garantendogli un seguito europeo e americano, oltreché italiano.
Tra gli attori fotografati ce n’è qualcuno che ti aveva colpito subito per un motivo particolare?
Forse l’attore che ha un po’ indirizzato il mio tipo di scouting è stato Rocco Fasano: l’ho scattato quando lavorava ancora nel modeling e aveva all’attivo una manciata di ruoli, perlopiù pubblicitari, secondo me però rappresentava – e rappresenta tuttora – il soggetto ideale, ossia un modello dal viso cinematografico, una faccia che racconta. Di lì a poco, in effetti, è entrato nel cast di Skam Italia, lui e Federico Cesari, suo collega nella serie, hanno dato il la al mio percorso di ricerca di volti nuovi, che adesso tanto nuovi non sono ma, all’epoca, hanno segnato una sterzata radicale, anche a livello di cambiamento d’immagine, credo.
Quali sono le ispirazioni e i riferimenti del progetto? Parlando invece del tuo percorso di fotografo, in generale, puoi indicarci gli autori o opere che ti hanno maggiormente influenzato?
Le ispirazioni rimandano sempre al racconto: amo il cinema e il teatro, ho studiato recitazione e, per un periodo, sono stato un attore, inoltre adoro scrivere (ho delle storie nel cassetto che, prima o poi, spero verranno pubblicate), quindi alla base di ogni lavoro c’è un’impostazione narrativa. Sta tutto lì, dev’esserci una storia, che può svilupparsi anche solo da un’immagine, un viso che percepisco possa raccontare qualcosa, innescando le stesse emozioni che provocano negli spettatori le opere cinematografiche o teatrali.
Per quanto riguarda la mia formazione, sono un autodidatta, non ho mai frequentato scuole né fatto da assistente a professionisti già affermati, semplicemente grazie all’intuizione di uno dei direttori di giornali più illuminati che abbiamo in Italia, Alessandro Calascibetta (editor-in-chief di Style Magazine, nda), mi sono ritrovato catapultato nel magnifico mondo della fotografia professionale.
Come?
Ho iniziato con i fashion editorial, poi complice la città in cui vivo mi sono concentrato sulle nuove generazioni di attori; moda e cinema rappresentano le due voci fondamentali del mio percorso artistico, ogni volta cerco di convogliarle nei miei scatti, amalgamandole. Apprezzo tanti colleghi del passato e del presente, detto ciò non posso non citare gli autori che svettano nel mio olimpo personale, cioè Helmut Newton, Peter Lindbergh e Bruce Weber, i tre mostri sacri che più mi hanno influenzato sotto il profilo creativo. Se parliamo invece del potenziale narrativo delle foto, sarà banale ma l’ho compreso davanti allo shooting realizzato da Ferdinando Scianna per Dolce&Gabbana in Sicilia, con la top model Marpessa, lì ho capito il valore aggiunto che può avere un’immagine nel trasmettere un messaggio, una certa poetica.
Come descriveresti, a parole tue, Nuovo Cinema Paradiso?
Una fatica enorme (ride, nda), a parte gli scherzi lo definirei un lavoro di meticolosa ricerca, che contiene tutto ciò che amo a livello umano e professionale. Col tempo è diventato un purpose, come dicono gli americani, uno scopo da perseguire, quasi una scommessa con me stesso; infatti, mi definisco talent scout oltre che fotografo.
Altri talenti emergenti del nostro cinema che ti piacerebbe fotografare?
Ce ne sarebbero molti, potrei rispondere banalmente che sono sempre all’erta, per provare a capire chi potrebbe essere il prossimo talento.
– Marco Marini
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