Morta la fotografa Letizia Battaglia. Aveva 87 anni

In prima linea contro le mafie, Letizia Battaglia è stata tra le fotografe più significative della nostra epoca

“La ricordo così Letizia Battaglia, l’ultima grande fotoreporter italiana, riconosciuta a livello internazionale. È morta oggi, nella sua Palermo. Lei, che ha raccontato la mafia, quella di sopra e quella delle mattanze, con la sua macchina fotografica. La conoscevo dagli anni ‘80, l’ho incontrata negli anni delle stragi. La sua foto più famosa è quella dell’omicidio del Presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, dove si vede il fratello Sergio, il Presidente della Repubblica, sorreggere il cadavere del fratello Piersanti appena assassinato. Bello il suo volto, belle le sue mani, bella la sua voce. Mancherà a Palermo e a tutti noi. Ciao Letizia, ciao cara Letizia”, scrive così sulla sua pagina Facebook Sandro Ruotolo, giornalista e Senatore della Repubblica nel ricordare la popolare e amatissima fotografa siciliana Letizia Battaglia, nata a Palermo nel 1935 e morta il 13 aprile del 2022. A renderlo noto il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “Palermo perde una donna straordinaria, un punto di riferimento. Letizia Battaglia era un simbolo internazionalmente riconosciuto nel mondo dell’arte, una bandiera nel cammino di liberazione della città di Palermo dal governo della mafia”. 

CHI ERA LETIZIA BATTAGLIA

All’avanguardia in tutto, unica donna in un ambiente di uomini a lavorare come fotogiornalista nel 1969 al quotidiano L’Ora, si trasferisce a Milano nel 1970 dove implementa le sue collaborazioni. Ma nel 1974 torna in Sicilia e dà vita con Franco Zecchin a L’informazione fotografica, agenzia che la vede fin da subito in prima linea a documentare gli anni di piombo e contro le mafie. Le sue foto hanno documentato infatti l’ingerenza dei Cortonesi a Palermo, sua la foto che congela nel tempo e nella storia il delitto Mattarella. Ma Letizia Battaglia è stata molto di più di una fotografa della mafia, mondo dal quale peraltro si allontana nel 1992 dopo l’uccisione del giudice Falcone, provata da tanta violenza. Arguta, schietta, irriverente come tutti coloro che hanno toccato con mano la vita vera, la Battaglia era una grande artista e le sue foto, i suoi bianchi e neri lo testimoniano. Era ossessionata dalle immagini di bambine, che ritraeva ogni volta le era possibile. Nei suoi scatti c’è il racconto quotidiano della Sicilia e Palermo, soprattutto.

LETIZIA BATTAGLIA, L’ICONA

Ed era ormai una icona della Sicilia e dell’Italia. Non a caso il duo artistico Masbedo (Nicolò Massazza (1973) e Iacopo Bedogni (1970)), nel mitologico Videomobile 2018 realizzato per l’edizione palermitana di Manifesta, inseriscono il Trionfo della morte, un monologo della fotografa Letizia Battaglia che si racconta ad Aurora, una bambina di 10 anni che vive nel quartiere che si articola intorno a Piazza Magione, dove il furgone è approdato e ha lavorato. È un racconto sulla Mafia e sugli effetti che ha avuto sulla città di Palermo; dietro le due donne c’è un manifesto che rappresenta oscuri (e bellissimi) affreschi di Palazzo Abatellis del 1446 che danno il nome al video. In conclusione, la Battaglia brucia tutto con la fiamma ossidrica: e mentre le immagini di morte vengono divorate dalle fiamme, la vita, Palermo, tornano in superficie. La Battaglia ha ricevuto nel 1985 il Premio Eugene Smith a New York, dedicato al grande fotografo di Life. Nel 2017 ha aperto a Palermo all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa il Centro Internazionale di Fotografia da lei diretto. Ha esposto in tutto il mondo, anche al Centre Pompidou. Tra le sue ultime mostre a Roma la personale dedicatale dal Maxxi nel 2017, la monografica alla Casa dei Tre Coi a Venezia e la collettiva a cura di Alessandra Mammì al Museo Barracco, dedicata al rapporto tra Dante e Beatrice.“Addio a Letizia Battaglia. Una grande fotografa, una grande donna italiana che con la sua arte e le sue fotografie ha portato avanti importanti lotte di denuncia e di impegno civile”. Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che si stringe ai familiari e agli amici.

Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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