Ecco cosa sarà del Museo di Fotografia Contemporanea: parla la presidente Giovanna Calvenzi

Un po’ lettera di commiato e un po’ spiegazione, è arrivata la risposta alla missiva firmata dai grandi nomi della fotografia sul destino del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello due settimane fa

Il destino del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo comincia a farsi più chiaro. Finalmente, viene da dire: il MuFoCo era stato chiuso alcuni mesi fa per “incorporamento nel Museo Nazionale di Fotografia” di Triennale Milano, a cui non aveva fatto seguito alcuna comunicazione ufficiale rivolta a dipendenti, esperti e affezionati sul futuro dell’amatissimo museo. Questo aveva spinto un folto gruppo di grandi nomi del mondo della fotografia, circa due settimane fa, a indirizzare una lettera aperta alle autorità di entrambi i musei, il ministero e i sindaci delle due città per chiarimenti. Non avevano fatto seguito risposte ufficiali, fino ad ora: ecco per Artribune la risposta della presidente del MuFoCo Giovanna Calvenzi (che trovate a questo link nella sua forma integrale e firmata).

LA PRESIDENTE DEL MUFOCO GIOVANNA CALVENZI RISPONDE ALLA LETTERA APERTA

Ricevo la lettera aperta firmata da oltre 370 fotografi, operatori, curatori e giornalisti preoccupati per le sorti del Museo di Fotografia Contemporanea mentre il mio tempo sta scadendo, insieme a quello dei miei compagni di viaggio […] e mi appresto a lasciare la carica di Presidente del Museo di Fotografia Contemporanea”, scrive Giovanna Calvenzi. La sua esperienza, continua, si era protratta per cinque anni (cioè oltre il limite previsto) proprio per accompagnare il Museo in questa fase di trasformazione istituzionale che con “mio grande rammarico non siamo riusciti a condurre in porto prima della fine del nostro lungo mandato. Il progetto di parziale trasferimento, precisa, non è stato interrotto ma è in via di definizione da parte di Triennale Milano e Ministero della Cultura “nelle sue linee progettuali e di fattibilità insieme agli Enti fondatori, Comune di Cinisello Balsamo e Città metropolitana di Milano, e Regione Lombardia e che ci auguriamo possa vedere la luce al più presto così da dare vita a una nuova grande casa della fotografia”. Augurando buon lavoro al CdA entrante, la presidente si dice sicura che il MuFoCo sarà in grado di “incontrare le condizioni necessarie per far ripartire lattività espositiva e riaprire al pubblico il Museo”.

L’ADDIO DI GIOVANNA CALVENZI AL MUFOCO DI CINISELLO

Approdata alla carica di presidente nel 2016 – proprio nella fase di sviluppo della partnership con la Triennale – Calvenzi non aveva “esperienza istituzionale o gestionale da spendere ma desideravo fortemente mettermi al servizio di unistituzione pubblica che da sempre ritengo molto preziosa e praticamente unica nel panorama italiano della fotografia e che già avevo affiancato collaborando allAssociazione Amici del Museo”. Affrontando la pandemia con progetti speciali, portando avanti ricerca e pubblicazioni e sostenendo i giovani artisti – oltre alla prosecuzione di un proficuo dialogo con altri musei milanesi – Calvenzi scrive di essersi “misurata con la complessità di una dimensione metropolitana che Milano troppo spesso sottovaluta, toccando con mano quanto un presidio culturale attivo e pulsante sia fondamentale nel processo di rivitalizzazione delle periferie”. Non so dire se la lettera aperta mi abbia commosso di più perché mi ha raggiunto in un momento di commiato […] o se pure mi abbia sopraffatto la sorpresa per unazione corale e spontanea che, con raro garbo, ha espresso tutta la sua considerazione e laffetto per unistituzione che, tra le molteplici difficoltà, incompiutezze e criticità, ha svolto davvero negli anni unazione di presidio, di punto di riferimento, di propulsione e di sperimentazione per la fotografia contemporanea”, scrive ancora la presidente. Calvenzi aggiunge di condividere la volontà della lettera aperta a cui risponde di non disperdere la ventennale esperienza del museo di Villa Ghirlanda, vero e proprio punto di riferimento nel panorama italiano anche grazie ai costanti ampliamenti archivistici, alle collaborazioni e alle vittorie di bandi pubblici, e chiosa ringraziando oltre al Cda, il Comitato scientifico, gli Enti e le istituzioni al lavoro sul nuovo museo, anche “la comunità civile e gli addetti ai lavori che hanno voluto tenere alta lattenzione sul destino del Museo di Fotografia Contemporanea”.

– Giulia Giaume

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

Scopri di più