Reportage fotografico da Malmö. In Svezia una città in trasformazione
“Paesaggisensibili” è un osservatorio indipendente sui paesaggi contemporanei. Composto da Alessandro Guida (architetto e fotografo) e Viviana Rubbo (architetta e ricercatrice indipendente), ha compiuto una ricognizione sul tessuto urbano di Malmö, in Svezia, e sulle sue trasformazioni. Ecco il loro racconto
Durante la residenza d’artista presso l’Università di Malmö, Paesaggisensibili ha sviluppato un progetto fotografico che ha coinvolto ricercatori e attori del territorio.
Concentrandosi sulla fascia più esterna del territorio delimitata dai ring, questa ricerca è stata l’occasione per una riflessione critica sui mutamenti che, nell’arco di pochi decenni, hanno modificato il paesaggio della città.
Geograficamente compatta, socialmente ed economicamente segregata, piccola nelle dimensioni, giovane, dinamica e globale (183 nazionalità e metà della popolazione con meno di 35 anni), Malmö è una città di contrasti e di primati, nel bene e nel male.
Dopo gli anni bui del crollo dell’industria, la città è rinata all’insegna della creatività, della ricerca e dell’innovazione, in una visione di sviluppo che la colloca nel panorama internazionale. Il ponte, il nuovo Polo Universitario e la riconversione di una porzione del porto in area residenziale (Vastra Hamnen) hanno dato il via a una profonda metamorfosi che ne ha rapidamente cambiato il volto. La città cresce prepotentemente, di oltre 3000 unità ogni anno. Da oltre vent’anni, si espande, come colpita da bulimia costruttiva: case, uffici e nuovi comparti industriali. Nonostante ciò, la città rimane l’area urbana con il tasso di disoccupazione tra i più alti della Svezia, mettendo in primo piano la necessità di risposte complesse per una società urbana contemporanea che è cambiata radicalmente e in maniera troppo repentina.
MALMÖ TRA INDUSTRIA E FUTURO
La ricerca fotografica è stata l’occasione per attraversare questa complessità, con un viaggio nei tanti luoghi, che sono tante storie, molti caratteri e altrettante identità, tutti parte dello stesso organismo urbano, oggi più che mai, in cerca di se stesso. I programmi per il prossimo ventennio sono imponenti e prevedono la riconversione di molta parte dell’eredità industriale. Un pezzo di questa storia è racchiusa in Kierseberg, quartiere operaio nato intorno alle officine ferroviarie: piccole abitazioni in mattoni rossi e strade animate da una comunità storica molto vivace. Un mondo a sé. In altre zone, il tramonto dell’industria ha offerto nuovi spazi per l’imprenditoria legata alla recente immigrazione, alle attività culturali e creative. Ma la pressione del mercato immobiliare e le dinamiche attuali rischiano di accelerare il processo di gentrificazione già in corso, soprattutto nei distretti più prossimi al centro. Nonostante i piani vigenti prevedano una riduzione di consumo di suolo, la città non cresce solo su se stessa, trasformando l’esistente, ma avanza sui terreni agricoli e le poche aree verdi rimaste, creando nuovi centri come Hyllie. Ancora un altro mondo sono i quartieri di edilizia pubblica che hanno segnato le politiche abitative dagli Anni Sessanta e Settanta in poi, cristallizzati nel tempo, ormai inclusi nella maglia urbana, invecchiati anzitempo nelle strutture fisiche ma sempre nuovi e diversi nella popolazione che li abita.
L’esito di questo lavoro è diventato una mostra pubblica, utilizzata dal dipartimento di pianificazione della città per coinvolgere i cittadini in un confronto critico, aperto e partecipato. Una rappresentazione dei luoghi indagati che ha l’obiettivo di fornire uno sguardo d’insieme e al contempo uno spunto di riflessione sulla città contemporanea.
‒ Paesaggisensibili
https://www.paesaggisensibili.org/
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