A Catania la rassegna fotografica ispirata all’idea di libertà

Il fotografo polacco Mateusz Baj mette in scena a Catania, negli spazi di 2LAB, un racconto fotografico sul conflitto, guardando a Est e ai conflitti che stanno insanguinando la nostra epoca

5 fotografi, 5 mostre, 5 talk. 2LAB si offre nuovamente come contenitore culturale a Catania. Questa volta focus principale della rassegna è la concezione di libertà, quella limitata durante i mesi della pandemia, sottratta ai civili durante la guerra ucraino-russa e dimenticata nelle scatole nere dei contenuti digitali.

Mateusz Baj, Pyiha, 2014-2017, courtesy Mateusz Baj e 2LAB Catania

Mateusz Baj, Pyiha, 2014-2017, courtesy Mateusz Baj e 2LAB Catania

LA MOSTRA FOTOGRAFICA DI MATEUSZ BAJ

Ad aprire la manifestazione è PYÏHA di Mateusz Baj (Wlodawa, 1988), fotografo documentarista nato nella Polonia dell’Est, che da circa dieci anni volge il proprio obiettivo verso il terreno di conflitto ucraino.
Dapprima, nel 2013, Baj riflette sul concetto di “confine”, che documenta nella prima serie fotografica esposta in mostra. Sguardi scorati di donne immobili, alleanze di corpi che partecipano alle esequie e la presenza solenne di un militante Azov. Immagini che raccontano la distruzione della civiltà, in cui la dimensione cruenta e crudele lascia spazio alla realtà più intima del conflitto.

Mateusz Baj, Pyiha, 2014-2017, courtesy Mateusz Baj e 2LAB Catania

Mateusz Baj, Pyiha, 2014-2017, courtesy Mateusz Baj e 2LAB Catania

STORIA, LOTTE E ROVINE NEGLI SCATTI DI MATEUSZ BAJ

Un’attitudine che Baj mantiene anche nella seconda serie esposta, quella più recente, dedicata all’Ucraina del 2022. Qui il tono caravaggesco sembra alludere al redivivo secolo buio. La sfumatura del colore sottrattivo allude sicuramente alle lotte che lo stato post-sovietico deve continuamente combattere con le ombre della propria storia. Una storia scandita da distruzioni, da cui non a caso deriva il titolo della mostra PYÏHA, “rovina”, termine storico coniato per rappresentare la situazione politica ucraina.
La rassegna fotografica sulla libertà continua fino a dicembre 2023 con: Nisida di Yarin del Vecchio, Whatever di Chiara Fossati, E lucevan le stelle di Irene Angelino e Religo di Simone Cerio.

Vittoria Mascellaro

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Vittoria Mascellaro

Vittoria Mascellaro

Vittoria Mascellaro è nata a Monza nel 1996. Si è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Milano, per poi conseguire un biennio specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali presso NABA. Attualmente è cultrice di sociologia dell’arte all’Accademia di…

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