Catania fotografata da Ettore Sottsass

Riscoprire i dettagli nascosti di Catania attraverso gli occhi di Ettore Sottsass. Succede grazie alla mostra al Museo Civico Castello Ursino

Nato a Innsbruck nel 1917, Ettore Sottsass si laurea in architettura al Politecnico di Torino. Dopo il periodo di arruolamento, che lo porta a una prigionia di oltre sei anni, torna a Milano nel 1947. L’anno successivo aderisce al Movimento di Arte Concreta, per cui inizia a esporre come artista, e inaugura il suo studio di architettura e design industriale nella città meneghina.
Nel 1957 diventa direttore artistico di Poltronova, successivamente nel 1958 nasce la collaborazione con Olivetti, per cui disegna il primo calcolatore elettronico italiano e le famose macchine da scrivere. Tra i progetti più importanti si ricorda il computer Mainframe Elea 9003 (1959), grazie al quale vinse il Compasso d’Oro nel 1959.
Emblema del Radical design, Sottsass considera questa disciplina come strumento di critica sociale. Immaginare nuovi modi di vedere gli oggetti, mettere in discussione le modalità di produzione dell’industrial design, permettere una nuova idea di ornamento: questi sono gli scopi della sua ricerca personale, ma anche del gruppo Memphis, che fonda nel 1980. Infine, la realizzazione dello studio Ettore Sottsass Associati, che dalla morte del grande maestro, nel 2007, si occupa di promuovere il suo lavoro e la filosofia dello studio.

Ettore Sottsass, Chiostro Monastero dei Benedettini Ponente. Courtesy Studio Ettore Sottsass, Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS

Ettore Sottsass, Chiostro Monastero dei Benedettini Ponente. Courtesy Studio Ettore Sottsass, Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS

SOTTSASS E LA FOTOGRAFIA

Nonostante i numerosi riconoscimenti come architetto e designer, Sottsass ha da sempre nutrito l’esigenza di rappresentare il mondo attraverso la fotografia. Insaziabile curioso, riconosce quest’arte come strumento di documentazione e modo di “fermare la vita”.
In diverse occasioni si è cercato di rivelare questo aspetto nascosto, si pensi alla prima esposizione di fotografie scattate da Sottsass al Museo Capodimonte a Napoli nel 2004, dove vennero presentate oltre 400 foto: ritratti di personaggi famosi (Picasso, Buzzati e Hemingway), architetture oltreoceano (India, Cina, Giappone) e la bellezza dell’isola di Filicudi nell’amata Sicilia, dove trascorreva lunghi periodi.
Più recente è invece la mostra inaugurata in Triennale Milano Ettore Sottsass. Foto dal finestrino nel 2022. Un’esposizione ispirata alla rubrica Foto dal finestrino nella rivista Domus, sezione ideata da Stefano Boeri, allora direttore della rivista e oggi Presidente di Triennale Milano. Ventisei scatti di terre lontane e luoghi del cuore, accompagnati da riflessioni scritte da Sottsass. Tra le fotografie, anche quelle realizzate a Catania, oggi in mostra a Castello Ursino.

LA MOSTRA DI SOTTSASS AL CASTELLO URSINO

Questa è una mostra anche d’affetto”, recita il testo della curatrice Barbara Radice, che introduce la mostra fotografica di Sottsass. 111 fotografie, a colori e in bianco e nero, che Ettore Sottsass ha scattato durante gli anni Novanta a Catania. Un racconto nascosto negli archivi e nei cassetti del maestro, che restituisce una visione intima del Mediterraneo.
Queste fotografie sono la memoria di quel tanto amato modo di esistere delle genti del Mediterraneo, che in silenzio piano piano se ne stanno andando. Quel modo di vivere della gente del Mediterraneo era più orientato a cercare poveri modi di sopravvivenza che metodi di eroico successo finale. Qualche ora all’ombra della vigna, qualche canzone nel vuoto dell’orizzonte, qualche bicchiere di vino in più, qualche sguardo alle ragazze ancora ignare, qualche estasi per l’acre profumo di erbacee fiorite, qualche addio alla nave che parte, qualche cane stanco che dorme tra i piedi, qualche palma, chissà perché, qualche silenzio dell’estate, qualche luce dell’autunno. La scena per un’esistenza che sa sempre di essere a rischio”.
Le parole di Sottsass descrivono ancora una volta il legame affettivo che nutre nei confronti di questa terra. La stessa gigantografia che lo ritrae insieme alla sua piccola “amica da disegno” abbraccia la sala di Castello Ursino e accoglie tutte quelle scene di vita quotidiana che animano la “città nera”, mentre gli scatti destinati agli spazi più remoti ricordano quante strade sono state percorse dal grande artista. Grazie al suo sguardo, che cattura ogni particolare, anche quelli che ormai non sono più visibili, la valorizzazione di questo territorio è ancora possibile.

Vittoria Mascellaro

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Vittoria Mascellaro

Vittoria Mascellaro

Vittoria Mascellaro è nata a Monza nel 1996. Si è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Milano, per poi conseguire un biennio specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali presso NABA. Attualmente è cultrice di sociologia dell’arte all’Accademia di…

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