La fotografia del grande Elliott Erwitt in mostra ad Abano Terme

L’ironia, il grottesco, l’umorismo, le problematiche razziali emergono dagli scatti di Elliott Erwitt in mostra al museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme. 180 immagini in bianco e nero ripercorrono la lunga carriera di un fotografo leggendario

La nuova stagione espositiva del museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme si apre con la mostra Elliott Erwitt. Vintage. La sua lunghissima produzione di immagini ne ha fatto uno dei più importanti fotografi. Il suo nome è quasi sempre accostato a quelli di Robert Capa, Henry Cartier-Bresson, Robert Frank, per citarne alcuni.
Uno dei risultati più importanti che puoi raggiungere è far ridere la gente. Se poi riesci, come ha fatto Chaplin, ad alternare il riso con il pianto, hai ottenuto la conquista più importante in assoluto. Non miro necessariamente a tanto, ma riconosco che si tratta del traguardo supremo”. Una riflessione che può riassumere benissimo la poetica di Elliott Erwitt (Parigi, 1928), la cui ricerca mira, da un lato, all’ironia e al grottesco incastrati nelle scene del quotidiano e, dall’altro, ai contrasti sociali, alle discriminazioni razziali dilatati fino al paradosso, alla cattura dell’attimo. Ma i suoi scatti possono essere anche spiritosi, intelligenti, ironici, umoristici, come quando trasferisce il volto del bulldog su quello dell’uomo. In molte creazioni, infatti, in primo piano ci sono gli animali, in particolare i cani: sono le “foto antropomorfe”, così definite da Erwitt non senza ironia, che richiamano comportamenti umani. In New York City (2000), ad esempio, padrone e cane si sovrappongono, si fondono, come per una trasfigurazione d’impatto mitologico.

Elliott Erwitt. Vintage, installation view at Villa Bassi Rathgeb, Abano Terme, 2023

Elliott Erwitt. Vintage, installation view at Villa Bassi Rathgeb, Abano Terme, 2023

LA MOSTRA SU ERWITT AD ABANO TERME

La retrospettiva può vantare centottanta immagini in bianco e nero, di cui centocinquanta sono vintage, selezionate dallo stesso autore e tutte di piccolo formato. Le altre trenta corrispondono ai lavori più celebri. A livello di allestimento, il corpus vintage è inserito all’interno di “specifiche strutture espositive collocate al centro di ogni stanza”, come chiarisce il curatore Marco Minuz. Lo scopo è avvicinare il più possibile le opere al visitatore, offrendo a quest’ultimo una visione più intima del grande fotografo e favorendo il dialogo con le stanze affrescate della villa. Sulle pareti sono disposte le opere di grande formato, quelle più iconiche.

Elliott Erwitt, Usa Pennsylvania Pittsburg, 1950, © Elliott Erwitt and Magnum Photos

Elliott Erwitt, Usa Pennsylvania Pittsburg, 1950, © Elliott Erwitt and Magnum Photos

IL PERCORSO ESPOSITIVO DELLA MOSTRA SU ERWITT

Tutto il percorso espositivo è scandito da un filo rosso formato dalle stesse parole di Erwitt, testimonianze video che spiegano il suo lavoro e la sua ricerca.
Erwitt non è interessato ai paesaggi ma alla gente. Vuole che le persone reagiscano alle sue foto “emotivamente e non cerebralmente…. Si può avvertire l’impatto di una bella foto senza sapere di cosa si tratta”. È il caso delle immagini che hanno un finale aperto, la cui interpretazione è delegata a chi guarda. In Pennsylvania, Pittsburgh (1950) un bambino afroamericano si punta una pistola alla tempia, sta ridendo mentre guarda verso l’obiettivo. La sua risata dovrebbe sdrammatizzare la pericolosità del gesto, ma non rassicura fino in fondo.

Fausto Politino

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Fausto Politino

Fausto Politino

Laureato in Filosofia con una tesi sul pensiero di Sartre. Abilitato in Storia e Filosofia, già docente di ruolo nella secondaria di primo grado, ha superato un concorso nazionale per dirigente scolastico. Interessato alla ricerca pedagogico-didattica, ha contribuito alla diffusione…

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