Morto Massimo Piersanti, il fotografo degli “Incontri Internazionali d’Arte”
Il fotografo romano, scomparso a 84 anni, è diventato noto per aver collaborato con Graziella Leonardi Buontempo e Achille Bonito Oliva alla storica associazione culturale di Palazzo Taverna a Roma, documentando il fermento culturale della Capitale negli anni Settanta
È morto a 84 anni Massimo Piersanti, fotografo tra i più attivi e impegnati nella scena culturale italiana dagli anni Settanta in poi, soprattutto a Roma. Piersanti è stato infatti tra i protagonisti degli Incontri Internazionali d’Arte, associazione culturale fondata a Roma da Graziella Leonardi Buontempo che promuoveva, nella sede di Palazzo Taverna, mostre, incontri e dibattiti con i più principali esponenti della cultura di quegli anni, con la guida del critico Achille Bonito Oliva. Piersanti fu il fotografo ufficiale degli Incontri, una lunga stagione di fermento sociale e politico di cui rimane una accurata documentazione proprio grazie ai sui scatti. “È uno dei fotografi tra gli ultimi rimasti della sua generazione che hanno documentato tutte le ricerche artistiche in Italia e anche all’estero dagli anni Settanta a oggi”, presenta così Alberto Dambruoso la pratica di Piersanti durante l’appuntamento a lui dedicato de I Martedì Critici, tenutosi nel gennaio 2020.
VITA DI MASSIMO PIERSANTI
Nato a Roma nel 1939, Massimo Piersanti trascorre la giovinezza tra Napoli, Neuchatel e Londra, per poi fare ritorno nella Capitale nel 1967 per dedicarsi alla fotografia. Inizia la sua carriera come fotografo di architettura, con incursioni anche nel cinema, per poi specializzarsi nella fotografia pubblicitaria, lavorando per General Motors, Esso, Frau, Alitalia, FIAT, Renault, Honda, Jaguar, Valtur, Motorola. Come da lui raccontato per un’intervista al Manifesto, Piersanti si è approcciato alla fotografia da autodidatta: “ero pignolo, mi sono messo a leggere tutti i libri sullo sviluppo, il colore, il contrasto, le tecniche. Ho lavorato molto anche con il banco ottico e lì ci vuole una grande precisione. Tra i fotografi italiani avevo una preferenza per Piergiorgio Branzi, che ha proposto una immagine più sgranata e movimentata. Ma è soprattutto William Klein che ho amato. Fu una sberla vedere le sue foto. Ciò mi ha portato a cercare i giapponesi, Daido Moriyama e la rivista Provoke di cui uscirono solo tre numeri tra il 1968 e il ’69”.
MASSIMO PIERSANTI E GLI INCONTRI INTERNAZIONALI D’ARTE
Il momento più importante della sua carriera è senza dubbio quello dell’incontro con Graziella Lonardi Buontempo e Achille Bonito Oliva, presentatigli dal critico d’arte Bruno Corà in occasione della mostra Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/1970 a Palazzo delle Esposizioni: a Piersanti verrà chiesto di ultimare la documentazione fotografica della mostra già avviata da Ugo Mulas, per poi diventare dal 1971 in poi il fotografo ufficiale degli Incontri Internazionali d’Arte. Continuerà a documentare altre mostre importanti, come Informazioni sulla Presenza italiana. Ricognizione sulle opere degli artisti italiani presenti alla 7a Biennale de Paris, a cura di Achille Bonito Oliva, tenutasi a Palazzo Taverna nel 1971, così come Critica in atto. Del 1972 è la documentazione della mostra Mappa ’72, a cura di Achille Bonito Oliva, mentre nel 1973-74 è il fotografo responsabile della documentazione della mostra Contemporanea, a cura di Achille Bonito Oliva, tenutasi al Parcheggio di Villa Borghese. In questa occasione, Christo “impacchetta” le Mure aureliane a Porta Pinciana, operazione immortalata da Piersanti. Dal 1989 fino al 1996 risiede a Barcellona, dove collabora con Gloria Moure per le mostre all’Espai Poble nou: qui documenta le esposizioni di Jannis Kounellis (1989-90), Jan Dibbet (1990), Mario Merz (1990), John Cage (1990), Bruce Nauman (1991/92), Rebecca Horn (1992), Richard Long (1992) Riuz y Maldonado (1993) Ulrich Rückiem (1993), Sigmar Polka (1994), Chrisitan Boltanskii (1994), Rodny Graham (1995), Lawrence Weiner (1995). Dopo il ritorno in Italia, continua a collaborare con gli Incontri Internazionali d’Arte e a documentare il lavoro di artisti e maestri internazionali.
Desirée Maida
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