Intervista a Gioele Vettraino, il fotografo degli attori
Fotografo di scena e ritrattista, Gioele Vettraino presenta la sua mostra alla Soho House di Roma. Oltre 30 scatti d’autore e non solo
La fotografia è un’arte e per Gioele Vettraino, fotografo romano, ha come fine quello di catturare emozioni, storie e la spontaneità dei gesti. Dal 28 marzo 2023 alla Soho House di Roma sono esposti i suoi ritratti, oltre ad alcune fine art.
La passione per la fotografia cinematografica ha permesso a Vettraino di acquisire nuove competenze e di esplorare nuove forme di espressione artistica, coltivando in parallelo la fotografia di scena di diverse opere cinematografiche e la sua attività di ritrattista. Negli anni ha potuto immortalare numerosi talenti del nostro cinema come Isabella Ferrari, Alessandro Haber, Sarah Felberbaum, Barbara Chichiarelli, Valentina Bellè, Vanessa Scalera, Marianna Fontana, Massimiliano Caiazzo, Federico Cesari, Maria Chiara Giannetta, Giordana Marengo e tantissimi altri. La sua sensibilità estetica è cosa nota, è però lui stesso a spiegarci perché abbia scelto il ritratto e come fa uso della luce.
Ritrattista. Come mai questa scelta?
Posso dire che effettivamente è stata una scelta. Voglio esprimere sentimenti, quindi rubare emozioni al soggetto ritratto e fare in modo che lo spettatore possa poi guardarlo veramente negli occhi. Anche perché, ogni persona immortalata racconta qualcosa e chi osserva il ritratto sente o percepisce una sensazione sempre diversa.
Helmut Newton diceva che il suo lavoro come fotografo ritrattista era quello di sedurre, divertire e intrattenere. È lo stesso per te?
Mi rivedo molto in questo pensiero anche per quanto riguarda l’aspetto dell’intrattenere. Il fine principale per me è la condivisione e quindi fare in modo che un momento intimo diventi poi un momento da condividere, e tutto questo attraverso uno scatto pensato.
In questi tuoi ritratti la luce ha un ruolo preciso…
La luce ha grandissima importanza. Io lavoro e scatto con luce naturale per poter non solo catturare la vera essenza della persona che ho davanti ma anche per farla sentire a proprio agio e recuperare la sua spontaneità. Con il ritratto che scatto è fondamentale per me raccontare la storia di chi è davanti all’obiettivo, anche perché il racconto attraverso la fotografia è un percorso di vita a tutti gli effetti, un percorso legato a un’emozione, ma anche a un tempo preciso che poi diventa ricordo.
Pensando alla luce, c’è qualcuno tra pittura e fotografia a cui fai riferimento o che apprezzi particolarmente?
La pittura di Caravaggio è di certo quella che più di tutte mi affascina per la scelta della luce di taglio. Quel taglio io lo scelgo in fotografia perché serve proprio a creare un’emozione in più, un’emozione che sta a metà tra il nero della profondità e il colore dell’illuminazione di lato. È un linguaggio visivo che crea una storia!
Sei un frequentatore anche di set… Cosa rappresenta per te la fotografia cinematografica?
Lavoro molto come fotografo di scena e questo mi ha permesso di portare avanti anche aspetti visivi oltre che comunicativi – che sono fondamentali e che riguardano il rapporto umano con gli stessi attori a cui ho scattato dei ritratti. Le foto di scena, anche se non in movimento, servono a raccontare il film e ad aiutarlo nel suo percorso di vita, oltre che di marketing e comunicazione.
Cosa vedremo in mostra e che tipo di selezione hai fatto?
In mostra espongo 32 ritratti, ma anche alcune fine art. È una mostra ritrattistica ma non solo… Ho pensato a un allestimento in due parti: la prima è focalizzata su un mega mosaico di 6 metri per 3, con piccole foto 20×20, che racchiude tutti i miei ritratti, la seconda presenta delle colonne di ritrattistica.
Margherita Bordino
http://www.gioelevettraino.it/
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