Mia Fair 2023: i migliori stand alla fiera di fotografia di Milano
Italiani, francesi, statunitensi: ecco i migliori espositori della fiera milanese dedicata alla fotografia
L’edizione del 2023 di Mia Fair ha portato diversi interessanti interlocutori di fotografia a convergere negli spazi di via Moncucco, da Superstudio Maxi. La XII edizione edizione ha coinvolto il design, la moda, il reportage, l’editoria e il Metaverso, offrendo un dettagliato spaccato dello stato dell’arte per quanto riguarda l’universo fotografico. Tra i cento espositori di quest’anno, abbiamo scelto una manciata di stand che ci hanno convinto, molti dei quali con base all’estero, ora per l’efficacia del progetto espositivo complessivo, ora per l’originalità dell’indagine portata avanti dagli artisti che rappresentano. Ecco la selezione di Artribune.
Giulia Giaume
MLB – MARIA LIVIA BRUNELLI GALLERY
La ferrarese MLB porta due artiste diversissime ma entrambe poetiche, quasi pittoriche, che rendono questo stand una chicca. Da un lato ci sono i polittici meta-erotici di Anna Di Prospero, che immersi in toni pesca (o carne) scompongono il microscopico e il macroscopico spappolando la realtà in un racconto misterioso che si ricompone su carta fotografica. Caravaggeschi invece i toni degli scatti di Simona Ghizzoni, che tra still life e piccole, intime fotografie di famiglia ci porta in un mondo silenzioso, fatto di eventi da aspettare con il fiato sospeso.
www.annadiprospero.com
www.simonaghizzoni.com
www.mlbgallery.com
GALERIE LE RÉVERBÈRE
Questa galleria di Lione porta cinque artisti, incluso un celebre Klein, ma a cavallo del muro interno ed esterno dello stand è la piccola personale in due atti di Geraldine Lay a spiccare. Tra miniere scozzesi e sobborghi giapponesi, l’artista “usa la fotografia come mezzo per conoscere e scomporre luoghi ignoti, tornando e ritornando in questi stessi posti per rileggerli e reinterpretarli”, raccontano dalla galleria. Accanto a questi scatti è esposto il Giappone d’epoca di Marc Riboud: il contrasto cronologico e soprattutto l’evoluzione della figura della donna offrono una prospettiva interessante.
www.geraldinelay.com
www.galerielereverbere.com
LIGHTWORKS
Tra i molti nudi in fiera, quelli di George Mayer esposti da questa galleria australiana sono tra i più interessanti. C’è un fortissimo afflato grafico che rimanda a Manzoni, Klein, Avedon, la cui tecnica a stampo evoca anche una certa artigianalità. Belle anche le foto d’epoca di Gundlach, scolpite tra gli anni Cinquanta e i Sessanta.
www.georgemayerstudio.com
www.light-works.com.au
TALLULLAH STUDIO ART
La galleria milanese porta uno stand un po’ affollato, da cui spicca con forza la serie inedita di Carlo Bevilacqua dedicata ai Paveè, nomadi dell’Inghilterra e dell’Irlanda. Una fotografia onesta, dolce, che conserva il taglio da reportage di Bevilacqua, già famoso per le sue Utopie e i suoi Eremiti, immergendoci in una società che fa dei rapporti umani, e di quelli con i cavalli, i suoi capisaldi.
www.carlobevilacqua.com
www.tallulahstudioart.com
SPAZIO NUOVO
È ipnotica, nello stand della galleria romana, la Dafne di Giuseppe Lo Schiavo: antichissima, futuribile, artificiale e naturale insieme. L’ibridazione è alla base della pratica dell’artista, che si muove – come Spazio Nuovo – tra arte, fotografia, digitale, raccogliendo dall’antico suggestioni che reinterpreta con la scienza, la cultura popolare, la politica.
ERICA KELLY MARTIN
Microscopico lo stand di Erica Kelly Martin, fotografa statunitense che ha portato a MIA Fair la sua America del West in una serie di scatti asciutti, potenti, tristi. Il progetto, Ten Thousand Untrue Things, è da seguire.
NINE FISH ART GALLERY
Le foto esposte da questa galleria di Mumbai appartengono al lungo progetto Lost Children of postmodernism, che esplora l’eredità di un’India in violenta evoluzione. Qui due pratiche vengono alla luce: il wrestling tradizionale Kushti e il teatro di strada Leela. La carnalità pura e unta dei corpi è disarmante, si percepisce in tutta la serie l’inizio (e la fine) di qualcosa.
UNDER SKIN – STORIES FROM IRAN
Menzione speciale va alla raccolta di fotografie sul presente dell’Iran. La gioia di questi scatti (realizzati da una folta collezione di artisti famosi o meno) è di una straordinaria purezza e importanza, e nella sua semplicità supplica chi guarda di ricordare per chi e per cosa si fanno le rivoluzioni.
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