Fotografare l’energia. La mostra di Hana Usui a Vienna
Giocando sui contrasti, l’artista giapponese allestisce negli spazi della Kunstraum Feller a Vienna una mostra fotografica immersiva e tagliente, che affronta la spinosa questione dell’energia nucleare
La mostra Electric Shadows di Hana Usui (Tokyo, 1974), a cura di Chiara Giorgetti, propone con delicatezza una questione decisamente spinosa non solo per il territorio austriaco, ma per ciascun Paese industrializzato, riflettendo sulla crucialità di preservare l’esistenza e lo sviluppo dell’energia nucleare. Già fuori dalla galleria, ingrandimenti fotografici (con una qualità che tradisce il fugace tentativo di scatto “rubato”) installati sui vetri introducono la doppia anima dell’esposizione, ritraendo un plumbeo e innocuo paesaggio campestre sullo sfondo del centro di stoccaggio di Buhonice, in terra slovacca, a un centinaio di chilometri da Vienna.
LE FOTOGRAFIE DI HANA USUI A VIENNA
La ricerca foto/grafica di Hana Usui, in un gioco di trasparenze e ombre unite a un segno calligrafico, risente tutt’oggi della sensibilità politica già affrontata in No more Fukushima, mostra collettiva del 2014 inserita all’interno della Vienna Art Week e realizzata sull’onda dei tragici eventi avvenuti nel 2011 in Giappone, pur maturando una proposta meno esiziale e non priva di un certo senso ludico.
All’interno della galleria, una sala ben illuminata espone i lavori fotografici di Hana, retaggi suggestivi di sovrapposizioni e dissolvenze “cinematografiche”, affinché, ombra su ombra, emerga un grafismo formale e semantico. Memorie personali inseguono memorie collettive, dove proiezioni di lampioni e tralicci della periferia edochiana si fondono con segni di inchiostro slavato su carta e reminiscenze di spettri radioattivi.
LA MOSTRA DI HANA USU NEGLI SPAZI DI KUNSTRAUM FELLER
L’altra stanza, invece, totalmente oscurata, viene fruita mediante l’uso di una piccola torcia-dynamo manuale, dal caratteristico suono gracchiante: emerge dal buio un’avvolgente installazione parietale di scatti a formato variabile che immortalano particolari della centrale nucleare di Zwentendorf, mai entrata in funzione in seguito alle proteste austriache. La pulizia metallica e glaciale, oltre alle inquadrature massicce, rafforza l’idea di un abbandono, stavolta motivato da un senso di sollievo, come di “scampato pericolo”.
La peculiarità di Hana Usui verte su questa sospensione fra il tragico e il gioco, in una poetica della sequenza semiologica non lontana dall’iterazione dell’ovvio e dell’ottuso coniata da Roland Barthes, dove la collaborazione tra segni evidenti e segni “smaccati” restituisce un grado di sofisticazione e un linguaggio completo. La sua arte è compiuta in quanto summa di tanti linguaggi propri del suo personale percorso, con un piede nella tradizione e un piede nel progresso. In mostra, l’alternanza luce e ombra, vuoto e pieno, drammatico e ricreativo, bianco e nero sintetizza tutta la potenza del disegno (o dell’incisione, ricordando come la curatrice Giorgetti sia anche abile maestra di questa tecnica), la sua forza documentatrice e la sua estetica inequivocabilità. L’elettricità, presenza eterea, crea ombre e segni tangibili, come le radiazioni, tracce di un’assenza.
Luca Sposato
Vienna // fino al 5 maggio 2023
Hana Usui: Electric Shadows
KUNSTRAUM FELLER
Kaiserstr. 54
https://www.hana-usui.net/
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