Come sarà Roma tra 50 anni? La mostra di IED Factory al MAXXI lo anticipa
Inclusiva, verde e all’avanguardia. Ecco come si presenta la Capitale del futuro per i giovani creativi. Un progetto espositivo celebra la città e il 50esimo anniversario della sede romana dell’università
L’eredità storica e le difficoltà del presente di Roma sono il tema di indagine su cui si sono confrontati ben 400 studenti dell’Istituto Europeo di Design – IED, nel progetto didattico IED Factory. Guidati da curatori d’eccezione, i giovani creativi hanno ridisegnato il volto della Città Eterna con i linguaggi delle arti visive, passando dalla fotografia al collage, dal video documentario alle arti performative. I risultati prodotti in una settimana di laboratori sono protagonisti della mostra Roma tra 50 anni, ospitata al MAXXI di Roma in occasione dei festeggiamenti del primo cinquantenario della sede universitaria capitolina. Ad aprire l’evento è lo scrittore e direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino, Nicola Lagioia, con la lectio Roma, l’ombra e la grazia.
ROMA TRA 50 ANNI: LA MOSTRA DI IED FACTORY
Ogni anno, l’iniziativa IED Factory coinvolge gli studenti del secondo anno di ogni dipartimento in laboratori trasversali e multidisciplinari. Per festeggiare il cinquantenario della sua fondazione, l’Istituto Europeo di Design ha deciso di rendere omaggio a Roma, dedicandole un racconto visivo capace di delineare un futuro possibile grazie ai 15 progetti realizzati dagli artisti.
Si passa dai ritratti fotografici alle interviste dei “romani del futuro” con il progetto Esquilino 73, a cura di Ilaria Magliocchetti Lombi, per poi addentrarsi nel progetto Roma Record a cura di Christian Raimo e del fotografo Alessandro Imbriaco. Il lavoro consiste in un opuscolo da inviare alle generazioni future, contenente frammenti visivi legati alla quotidianità. A proiettarsi in un’ottica più green è Massimo Siragusa con il volume fotografico sul verde urbano capitolino dal titolo L’anima verde di Roma. La relazione tra città e natura è anche alla base delle fotografie di Giorgio Noto e della sua Time Capsule, progetto fotografico dove gli scatti provengono “dal futuro” immortalando scampoli di una città più attenta alle esigenze dell’ambiente. Per il duo artistico Robocoop, invece, Roma diventa Tropicale e invasa da una giungla verdeggiante che invade un’intera area del museo. Il cambiamento non travolge solo l’ambiente ma anche la percezione dell’essere umano, indagato nel progetto curato dall’artista eritrea Muna Mussie, The Perfect Human. Non solo, anche la sua vita intima e quotidiana si altera, come di evince nel servizio fotografico Roma del 2073 a cura di Moira Ricci, vissuta nelle stanze progettate all’interno di Kaleidoscopica Roma, a cura dell’architetto Carmelo Baglivo. Una metamorfosi radicale che ogni giorno si manifesta, come nell’Atlante di un futuro passato di Alessio Pellicoro, e che si trasforma in movimento come nella performance Systema Roma messa in scena dall’artista Viola Pantano (performance che verrà replicata all’interno del programma di Futuro Festival 2023 il 27 maggio). Abitudini e mode del “domani” diventano un tema di approfondimento per Valentina Vannicola, mentre la rinnovata produzione filmica e/o un’opera audiovisiva si mostra con [fi-gu-rà-bi-le] con Luca Capuano. Infine, scampoli di futuro si scorgono tra i collage arditi di Daniele Villa Zorn e per La fotografia non vede nulla del futuro? di Gilles Raynaldy e nel progetto di The New/ Next Archeology di Luis Do Rosario.
ROMA TRA 50 ANNI: PARLA LA DIRETTRICE DI IED ROMA, LAURA NEGRINI
“È stato un progetto molto stimolante, intenso ed esplorativo” spiega ad Artribune la direttrice di IED Roma, Laura Negrini. “Un’esplorazione che è partita dall’indagine dei caratteri valoriali, importanti, significativi e vitali di questa città. Una volta scelti ed individuati questi valori sono stati poi amplificati, cercando di capire che tipo di città avrebbero potuto dar vita. Parlo per esempio del verde, di questa città stratificata, multietnica. Personalmente penso che sia stata interessante proprio perché non si pensa ad un futuro fanta-scientifico, ma ad un ‘domani’ legato alle qualità della città”.
“Abbiamo deciso di festeggiare i cinquant’anni della sede romana dell’istituto IED celebrando ciò che la nostra scuola fa da sempre, ovvero: una scuola che concepisce le professioni come un’attività a servizio di un bisogno, di un desiderio, di un’idea di mondo che si vorrebbe avere. Questo è solo il primo di una serie di eventi che si svilupperanno poi con l’amministrazione pubblica”. Un progetto che va oltre la mostra e si inserisce nelle dinamiche metropolitane, vale a dire “la raccolta differenziata e gli istituti carcerari”. E rispetto all’offerta formativa? La direttrice anticipa che ci saranno “molti nuovi master in arrivo, nuovi corsi in inglese (come il corso di grafica triennale di lingua inglese) e soprattutto una nuova offerta formativa in ambito post- grad”, conclude Negrini.
L’ARTISTA INGLESE LUCY ORTA MENTOR IED PER PITTI UOMO 104
Intanto IED presenta altre novità anche fuori da Roma. In occasione di Pitti Immagine Uomo 104 – a Firenze, dal 13 al 16 giugno 2023 – un gruppo di studenti di tutte le sedi, presenterà un’installazione sul tema Transition. D’eccezione sia la cornice architettonica che ospiterà l’opera, ovvero Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti, che l’artista mentor. Si tratta dell’inglese Lucy Orta, che affianca la docenza alla propria indagine artistica, occupandosi delle interrelazioni tra il corpo individuale e le strutture comunitarie, di sviluppo sostenibile e diritti umani con una pluralità di media: disegno, scultura tessile e performance, fra gli altri. Da oltre vent’anni insegna al London College of Fashion ed è attualmente titolare della cattedra di Art and the Environment all’University of the Arts di Londra. Proprio lei sta accompagnando gli studenti che prendono parte a questa speciale iniziativa. L’obiettivo condiviso è la realizzazione di un’installazione corale, capace di valorizzare il sito di intervento e di offrire un’interpretazione ampia del termine transition, da intendersi come quell’inevitabile fase di passaggio conseguente ogni cambiamento. Racconta Orta che i giovani designer coinvolti “si stanno confrontando con l’instabilità ambientale e le molteplici ansie connesse per immaginare scenari positivi e sostenibili. (…) Idee originali germogliate dai loro schizzi saranno riunite in un’installazione fertile, con al centro la ricerca materiale e tecnologica: abiti disegnati dall’Intelligenza Artificiale generativa, tessuti che riproducono crescono da soli prima di riassorbirsi naturalmente nella terra. L’Istituto degli Innocenti sarà un incubatore per le molteplici interpretazioni del tema Transition, con moda, film e performance posti in un dialogo critico e a cui il pubblico è invitato a partecipare”. Il risultato? Il prossimo 14 giugno. E così Roma e Firenze si passano il testimone all’insegna del futuro.
Valentina Muzi
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