Gli scatti di Tiziano Demuro con la Leica SL2 alla fiera miart 2023
Al grido di “Giving Power to the People”, Leica Camera Italia e Artribune hanno sostenuto il progetto di un giovane fotografo, che ha riletto la fiera d'arte secondo canoni molto diversi dalla comunicazione che vediamo di solito
Dare ai talenti emergenti la possibilità di raggiungere i propri obiettivi: questo il punto nodale della collaborazione tra Leica Camera Italia e Artribune che ha visto l’artista Tiziano Demuro (1992), specializzato in Nuove tecnologie per le arti e Fotografia, realizzare una collezione di scatti dedicata alle fiere e ai loro protagonisti, partendo dall’appena conclusa miart 2023. La sua compagna di viaggio? Una Leica SL2, che gli ha permesso di immortalare i dettagli della fiera al grido di #givingpowertothepeople, hashtag ufficiale della kermesse sui canali social di Artribune.
LEICA E ARTRIBUNE PER LA GIOVANE FOTOGRAFIA: L’ARTISTA TIZIANO DEMURO
“Si dice spesso che Leica è un’eccellenza, ma lo è davvero. Utilizzare la SL2 è stato illuminante: ha un modo di restituire l’immagine che raramente avevo visto prima d’ora, soprattutto per come la lente rende nitidezza e colori. E poi la macchina è comoda: all’inizio mi aveva spaventato l’idea del peso, maggiore rispetto alle macchine che uso di solito, ma si è rivelato comunque un pro, perché andando a scattare su tempi più lunghi dello standard di un centesimo il peso ha stabilizzato il tutto. C’è proprio una cura specifica: anche per questo lavorare con Leica è facile, c’è una potenzialità infinita”, racconta l’artista e fotografo Tiziano Demuro. “Poi riportare la mia ricerca sul campo del miart è stato interessante: gli ingredienti base c’erano tutti, lo spazio, le atmosfere, le interazioni labili che cambiano in un microsecondo, tutte le cose che interessano a me. Dal passo che calpesta un oggetto a un’interazione veloce tra lo spazio e le persone, fino a un oggetto perso, sono tutti elementi che io ritrovo e catturo nei miei scatti in strada o in metropolitana. Ho lavorato come lavoro sempre, senza interferire con l’ambiente, e tenendo come linea guida l’infra-ordinario di Perec. Che è un mondo indispensabile: tutto ciò che non fa clamore ma che accade ogni giorno, senza la necessità di farsi vedere, entra nella mia immagine. Segue la necessità di attivare seconde narrazioni, che vanno oltre quella prima narrazione ovvia che in questo caso riguardava l’arte e il mercato e che è stata raccontata in tutte le salse: quello che la circonda, i piccoli frammenti del macro-evento sono importanti e necessari, anche se poco raccontati. Anche in un mondo patinato come questo esistono imperfezioni, che non vanno nascoste ma anzi creano qualcosa di importante”. Ecco tutti gli scatti.
Giulia Giaume
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