Fotografie e pigmenti. La mostra di Paolo Mussat Sartor a Milano
È intervenuto a mano sulle sue fotografie ai sali d’argento l’autore torinese che ha immortalato i protagonisti dell’Arte Povera. Ora in mostra alla galleria Gracis
Quella proposta dalla Galleria Gracis, in collaborazione con la galleria Photo & Contemporary di Torino, è la mostra di Paolo Mussat Sartor (Torino, 1947), che intervistammo su queste pagine in merito alla sua attività di fotografo degli artisti dell’Arte Povera fra gli Anni Sessanta e Settanta.
Oggi lo troviamo in tutt’altra veste con immagini realizzate in tecnica mista: fotografie ai sali d’argento cérusées à la main, attraverso pigmenti a olio distribuiti su tutta la superficie con i polpastrelli. L’effetto è coinvolgente e ci porta in una dimensione assai poco definibile che va oltre la fotografia, senza tuttavia fermarsi alla dimensione pittorica. Un esempio efficace di superamento del medium. Sono lavori realizzati in oltre dieci anni fra il 1992 e il 2005 e fanno parte delle serie delle Figure, delle Rose, delle Gambe, degli Asimmetrici e dei Paesaggi.
Paolo Mussat Sartor, Inattese Visioni, installation view at Galleria Gracis, Milano, 2023. Photo Fabio Mantegna
PAOLO MUSSAT SARTOR IN MOSTRA A MILANO
In quasi tutte le opere i soggetti spiccano dal fondo scuro. Corpi, perlopiù di spalle, in cui non c’è nulla di erotico, se mai una forma di nudità che richiama certa classicità: non ci sono volti, non è rappresentata alcuna storia, il tempo è sospeso. Giusto un paio di accenni a un profilo dell’artista stesso e alla sagoma di Emilio Vedova che emerge senza essere riconoscibile. Così nei paesaggi, dove la dimensione plumbea rimanda a una sorta di pessimismo cosmico. La volontà è quella di rendere visibile l’invisibile, ma non solo, perché il visibile torna a una dimensione che, se non invisibile, è perlomeno irriconoscibile, evocando nelle atmosfere di insieme certa pittura antica e raggiungendo, in taluni punti, rari afflati poetici.
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Angela Madesani
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