Fotografia Calabria Festival. La rassegna estiva che racconta il cambiamento
Durante l’estate, due borghi di mare calabresi ospiteranno un festival diffuso di fotografia che punta a dialogare con il territorio. Ne abbiamo parlato con l’ideatrice Anna Francesca Catalano
Una riflessione su passato e futuro, in quella terra di mezzo che è il presente con tutte le sue complessità. MIDWAY: between past and future identifica il tema della prima edizione del Fiumefreddo Photo Festival, che ha esordito nell’estate 2022 nel borgo calabrese di Fiumefreddo Bruzio. Dal 21 luglio al 20 agosto 2023 si replica con una seconda edizione, ma il Festival cambia pelle e anche nome, diventando Fotografia Calabria Festival: una variazione di rotta volta a sancire la volontà di estendere il progetto al territorio, con il coinvolgimento di altri Comuni della Regione, Enti locali e nazionali. A Fiumefreddo Bruzio si aggiunge così San Lucido, altro paese pittoresco collocato sulla lingua di costa tirrenica calabrese. Il Festival volta pagina anche sull’oggetto dell’indagine dei fotografi coinvolti, chiamati a riflettere sul Cambiamento, quasi a voler evidenziare il passaggio dalla fase sperimentale del Festival della prima edizione a una realtà più radicata, strutturata ed estesa. Ne abbiamo parlato con Anna Francesca Catalano, direttrice e ideatrice del Festival.
Intervista ad Anna Francesca Catalano di Fotografia Calabria Festival
Come si sviluppa questa seconda edizione del Festival?
Diventiamo Fotografia Calabria Festival per sancire l’esigenza che il nostro progetto, nato come festival diffuso – il primo in Calabria – si espandesse ancora di più sul territorio. Le mostre saranno 10, ripartite tra il borgo di Fiumefreddo Bruzio e San Lucido, visitabili tutte ogni giorno, dal 21 luglio al 20 agosto.
Perché scegliere il tema del Cambiamento?
È un tema che vuole raccontare soprattutto qualcosa che parte da ognuno di noi e che guarda alla fotografia non solo come mezzo, ma come linguaggio in continua trasformazione, sia nei contenuti che nella forma, portandoci anche sulla via dei grandi mutamenti del nostro mondo e del nostro tempo.
Cosa ci dice dei fotografi che esporranno?
I diritti umani e le diversità trovano spazio nel progetto Coras’s Caurage della fotografa argentina Gabo Caruso, mentre in ambito scientifico risalta Petunia Carnage del fotografo austriaco Klaus Pichler. C’è invece il cambiamento climatico al centro della collettiva di Climate Visuals, l’unico programma al mondo di fotografia sul cambiamento climatico basato su dati scientifici; così come le trasformazioni e i cambiamenti dell’identità collettiva all’interno di una comunità sono al centro del progetto Gli aspetti familiari del collettivo Vaste Programme, formato da Giulia Vigna e Leonardo Magrelli e realizzato in esclusiva per Fotografia Calabria Festival. A completare il programma anche una mostra ideata e realizzata da Archivio Luce – Cinecittà che porta per la prima volta un suo progetto espositivo in Calabria: Anni Interessanti, a cura da Enrico Menduni è uno specchio per osservare gli anni tra il 1960 e il 1975, caratterizzati da grandi cambiamenti sociali, economici e culturali.
Il Festival di Fotografia e il rapporto con il territorio
Come ha reagito Fiumefreddo al Festival? Si è creata una connessione territoriale con il luogo?
Non è mai semplice far accettare un progetto nuovo, introdotto tra l’altro da persone non del luogo e per tale ragione percepite come “straniere” da una piccola comunità, così quest’anno siamo entrati letteralmente nelle loro case, nei loro laboratori, per fotografarli e raccontarli. L’occasione è stato il workshop che abbiamo realizzato a giugno con la fotografa londinese Laura Pannack. Proietteremo le foto di backstage in occasione della serata inaugurale (21 luglio 2023, ore 19), che si svolgerà proprio al Castello della Valle di Fiumefreddo Bruzio.
E a proposito dei vincitori?
La giuria, composta da me, Alberto Prina, Federica Berzioli e Diego Orlando ha scelto come primo classificato il fotografo documentarista italiano Filippo Ferraro, con Wooden Diamonds – Identity Resilience in the Italian olive tree epidemic, lavoro che racconta la storia dell’epidemia degli olivi in Salento, a 10 anni dal suo inizio. Seconda classificataè la fotografa di origini russe Toma Gerzha con il progetto fotografico Ctrl+R,che racconta per immagini la generazione nata tra il 2000 e i giorni nostri, cresciuta in un ambiente digitale. Terza classificataè la fotografa colombiana Juliana Gómez Quijano, che conThe Two strands esplora l’unicità di diverse coppie di gemelli omozigoti. Menzione d’onoreper il fotografo documentarista Filippo Venturi con il suo Broken Mirror, progetto che unisce il lavoro di esplorazione del fotografo nella penisola coreana con quello dell’intelligenza artificiale.
Antonio Mirabelli
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