Omofobia, razzismo e ineguaglianze sono al centro del lavoro della fotografa sarda di base a Londra. Tra stoffe vintage e personaggi travestiti per un’arte impegnata dall’approccio Pop
“Essendo un po’ introversa, attraverso le mie opere esprimo le mie opinioni e affronto temi che mi stanno a cuore: l’omofobia, il razzismo, le ineguaglianze e qualsiasi argomento di sfondo sociale e politico”, afferma la fotografa Chris Pig in merito al suo lavoro.
1 / 15Chris Pig, Wisdom, 20202 / 15Chris Pig, Double Check, 20203 / 15Chris Pig, The worker, 20204 / 155 / 15Chris Pig, Caged, 20206 / 15Chris Pig, Heartbroken, 20207 / 15Chris Pig, Light at the end of tunnel, 20208 / 15Chris Pig, Love is love, 20209 / 15Chris Pig, Nefertiti, 202010 / 15Chris Pig, Purple Haze, 202011 / 15Chris Pig, Samuel, 202012 / 15Chris Pig, The Healer, 202013 / 15Chris Pig, The king of Onion, 202014 / 15Chris Pig, Time out, 202015 / 15Chris Pig, Point of view, 2020
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La mostra di Chris Pig a Cagliari
Ed è proprio ciò che la mostra Isolation Portrait, promossa dalla Fondazione per l’arte Bartoli Felter a Cagliari, riesce a trasmettere in chi guarda. Percorrendo lo spazio con sguardo attento si potranno scorgere tutti i dettagli, messi sapientemente in evidenza dalla curatrice Roberta Vanali tramite un allestimento sintetico e lineare, che stimola l’occhio del visitatore a scandagliare stoffe vintage dai colori sgargianti, personaggi travestiti di tutto punto all’interno di set sapientemente organizzati in base al concetto da esprimere. Artista sarda con base a Londra dagli Anni Novanta, Chris Pig possiede un background in fashion design e sartoria che emerge in tutta la sua produzione. Come i teli degli sfondi che creano una sorta di nuova dimensione tra il reale e l’illusorio, ma che si smentisce appena si individua una piccola piega di tessuto sotto i piedi della protagonista. Il progetto esposto a Cagliari è stato realizzato nel 2020 durante la prima fase della pandemia e ne esprime tutto il caos e la drammaticità vissuti all’epoca, nonostante quel senso di surrealtà conferito dalle influenze del cinema hollywoodiano degli Anni Cinquanta e della Pop Art londinese gli Anni Sessanta.
Giovanna Pitzalis
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