Toscana: a Peccioli giovani fotografi in residenza per la rigenerazione del territorio
“Peccioli: lo sguardo dei FUTURES” è il titolo del progetto che vede il comune toscano protagonista di residenze d’artista ed esposizioni con l’obiettivo di valorizzare il territorio. Ce ne parla il curatore Giangavino Pazzola
Quattro residenze d’artista, una mostra diffusa, una pubblicazione e un public program. Sono le varie fasi dell’articolato progetto di rigenerazione del territorio tramite la fotografia, dal titolo Peccioli: lo sguardo dei FUTURES, iniziato da poche settimane a Peccioli, in provincia di Pisa, e che durerà fino alla primavera 2024. Ideato da Eataly Art House – E.ART.H., lo spazio espositivo e culturale di Eataly Verona, il progetto consiste nella promozione di un ciclo di residenze sostenuto dalla Fondazione Peccioliper – da tempo occupata nella valorizzazione del territorio attraverso la cultura, impegno giunto al culmine con il suo MACCA –, con l’obiettivo di favorire occasioni di incontro per sviluppare una relazione vera tra l’artista e il tessuto cittadino, da cui poter trarre ispirazione per il concepimento di nuove opere.
Il progetto Peccioli: lo sguardo dei FUTURES
Per realizzare tutto questo, è stata coinvolta CAMERA – Centro italiano per la fotografia di Torino che, oltre a essere partner di E.ART.H. fin dalla sua nascita nell’autunno 2022, aderisce a FUTURES, una piattaforma promossa dall’Unione Europea che si pone l’obiettivo di supportare i talenti emergenti della fotografia internazionale. Proprio da questa rete di fotografi emergenti arrivano gli artisti invitati nelle quattro residenze in Toscana: si tratta di Karim El Maktafi, Camilla Ferrari, Sara Scanderebech e Riccardo Svelto, che fino a settembre esploreranno il comune di Peccioli, concentrandosi soprattutto nella zona dello smaltimento rifiuti di Legoli, per realizzare poi una mostra fotografica diffusa in vari luoghi, pensata come un percorso di valorizzazione territoriale lungo il borgo e oltre le sue mura. Di Peccioli: lo sguardo dei FUTURES abbiamo parlato con il curatore Giangavino Pazzola.
Intervista a Giangavino Pazzola, curatore di Peccioli: lo sguardo dei FUTURES
Come nasce Peccioli: lo sguardo dei FUTURES?
Il progetto nasce da un invito di Fondazione Eataly Art House e dalla Fondazione Peccioliper che, entrambe attive nell’ambito della sostenibilità sociale e ambientale, decidono di lavorare insieme per un progetto culturale di rivitalizzazione del territorio tramite la fotografia.
Da quali opportunità prende spunto?
Ci è sembrato opportuno continuare in un lavoro di promozione della fotografia contemporanea e dei giovani artisti e artiste che lavorano con questo medium, collaborazione che CAMERA ed E.ART.H. portano avanti sin dalla nascita del centro veronese.
Da curatore, qual è il suo ruolo in questo progetto così complesso?
Da una parte, grazie alla fiducia di Walter Guadagnini e del board di CAMERA, ho la fortuna di seguire dal 2018 il programma europeo FUTURES per CAMERA Centro Italiano per la Fotografia, e avere un osservatorio privilegiato sui temi e le estetiche che attraversano lo scenario attuale. Dall’altra, mi viene data una buona dose di libertà nello sviluppare idee e creare opportunità che consentano la miglior diffusione del progetto non solo a Torino. La collaborazione con E.ART.H è un esempio virtuoso di tale processo: nato da meno di un anno vanta già due mostre e, da poche settimane, un progetto di residenza a Peccioli.
Quali sono gli obiettivi?
Gli obiettivi del progetto sono diversi, in primis quello di promuovere la ricerca di giovani artisti e artiste, creare opportunità di diffusione dei loro lavori e ampliamento della sua ricezione. In questo caso, abbiamo individuato autori che sappiano leggere le dinamiche di trasformazione del paesaggio e il cambiamento sociale che attraversano la comunità dell’area geografica di Peccioli, e che usino la fotografia documentaria come dispositivo di incontro di tali dimensioni.
Si può definire un’operazione di arte pubblica?
In questo senso non pensiamo al progetto come un’operazione di arte pubblica, sviluppata attraverso processi di partecipazione e inclusione, ma come un’opportunità di esplorazione delle funzioni della fotografia in rapporto all’indagine simbolica, semiotica ed estetica dei luoghi. Inoltre, la grande collaborazione e disponibilità dei curatori della Fondazione Peccioliper e degli esperti che a vario titolo ci affiancano nella realizzazione del progetto, rappresentano una grande risorsa nella sperimentazione di un modello aperto di progettazione e di mediazione dei contenuti con il territorio.
Come si evolverà questo progetto?
Gli sviluppi futuri saranno non solo legati alle attività di tipo espositivo, approfondimento ed educative correlate da svolgersi a Peccioli, a Verona e in altre varie occasioni e città, ma anche a una pubblicazione che trasmetterà i contenuti e i valori del progetto. E chiaramente vorremmo che questa esperienza diventasse strutturale negli anni a venire.
Claudia Giraud
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