10 anni dalla morte di Gabriele Basilico: a Milano è il tempo di intitolargli una strada
Non c’è una strada, una piazza dedicata al grandissimo fotografo Gabriele Basilico nella sua Milano. Ora l'intitolazione si può fare perché sono passati 10 anni dalla morte. E c'è una opportunità da non perdere
Gabriele Basilico era un fotografo di caratura mondiale. Influente, apprezzato, amato anche. Era noto in tutto il pianeta presso il pubblico degli addetti ai lavori ma anche presso il vasto pubblico dei semplici appassionati di fotografia. Ma Gabriele Basilico era milanese. A Milano è nato e nella stessa città è morto. Alla città ha dedicato tanti suoi scatti, anche se forse non necessariamente i più celebri. Di Milano indagò le fabbriche nel momento in cui stavano tutte mutando il loro ruolo produttivo alla fine degli anni Settanta. A metà degli anni Ottanta fotografò il modernismo dei suoi edifici, che ne costituisce un’identità unica, ancorché tradizionalmente poco narrata. Alla fine dello stesso decennio, Basilico lavorò con AEM (oggi si chiama A2A) che era l’azienda dell’elettricità milanese e per loro fece un reportage su Milano di notte. E poi arrivò fino ai giorni d’oggi, alla città in tumultuosa trasformazione degli anni Dieci del Duemila, documentando ad esempio il nuovo quartiere di Gae Aulenti e Porta Nuova.
Perché Milano non ha dedicato una strada a Gabriele Basilico?
Gabriele Basilico ha percorso tutta Milano, ma da nessuna parte a Milano c’è una strada intitolata a questo suo straordinario figlio. In ossequio alla norma nazionale dei 10 anni (che richiede un lungo periodo di riflessione prima di intitolare pezzi di toponomastica a illustri scomparsi) si è dovuto aspettare, ma da qualche mese si può. E si deve. Parliamo di un artista di lignaggio indiscutibile, non dobbiamo neppure star qui a elencare il curriculum, le mostre, le biennali, i musei internazionali che posseggono le sue opere.
Una piazza per Gabriele Basilico al Villaggio Olimpico, davanti al “suo” edificio
Insomma è decisamente giunto il momento. Siamo ai 10 anni dalla scomparsa e alla vigilia di una importante mostra che si svolgerà ad ottobre alla Triennale di Milano con l’obiettivo proprio di esporre gli scatti milanesi di Basilico. E l’inaugurazione di quella rassegna potrebbe essere l’occasione per annunciare la nuova intitolazione. Inoltre c’è una circostanza, che riguarda uno degli edifici milanesi più memorabili tra i tanti fotografati dal maestro. Si tratta di un magazzino ferroviario architettonicamente tutt’altro che rilevante, ma assai simbolico, collocato da solo, superstite, nell’immenso spazio vuoto dello scalo merci di Porta Romana. Basilico gli dedicò quarant’anni fa un ‘ritratto’ (ritratto, proprio così, nella serie dei Ritratti di Fabbriche). In una città che demolisce il passato industriale senza andare tanto per il sottile, quell’edificio oggi è ancora in piedi, ma non è più da solo. Al suo fianco sta nascendo il Villaggio Olimpico per i Giochi del 2026 e il grande cantiere, proprio per il rispetto che il piccolo magazzino si è guadagnato grazie a quel ritratto, ha risparmiato quell’archeologia industriale che anzi sarà integrata nel progetto e messa a sistema coi nuovi edifici progettati da SOM, che settimana dopo settimana stanno crescendo in quest’area di Milano sud. Di più: di fronte a questo magazzino ferroviario, una volta rigenerato e rifunzionalizzato, è prevista proprio una graziosa piazza pedonale piena di attività e di vita. Sia durante le Olimpiadi sia dopo, quando al posto del Villaggio nascerà uno dei più grandi studentati d’Europa ad opera di pool di imprese formato da Coima, Covivio e Prada.
Giardino Gabriele Basilico o Piazza Gabriele Basilico?
Sarebbe straordinariamente appropriato che una Piazza Gabriele Basilico nascesse qui, prima invasa di atleti e dopo invasa di studenti e giovani. E sarebbe molto coerente che tutto questo avvenisse a Milano sud, area che Basilico ha scandagliato a più riprese col suo obbiettivo. “Proprio qui nel quartiere Vigentino” spiega Basilico alla fine del documentario che riportiamo qui sopra “ho iniziato nel 1978 a fotografare fabbriche“. A chi altri intitolare quello spazio pubblico davanti a quell’edificio? Si pensi che addirittura nelle presentazioni urbanistiche e nei pdf di cantiere il magazzino è denominato “Basilico”. Il Comune di Milano sembra intenzionato a intitolare al grande fotografo un giardino, non sappiamo ancora dove. Dedicare un giardino è simbolicamente importante ma non è di certo la stessa cosa di una strada, di un viale, di una piazza. In un giardino non abita nessuno, non è l’indirizzo di alcun appartamento, alcuna azienda, alcun ufficio. E dunque bene il Giardino Gabriele Basilico, ma perché non pensare anche ad una piazza nel luogo più ideale che ci possa essere per intitolarla?
Massimiliano Tonelli
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