Arrendersi agli impulsi spontanei. A Milano, la fotografia di Arianna Lago
Ecco come una fotografa contemporanea interpreta il tema della natura morta concentrandosi sulla bellezza di ciò che solitamente consideriamo scarto. Perché in natura nulla si distrugge, ma tutto si trasforma
Quando ci si lascia prendere dall’estro creativo, le sperimentazioni non conoscono limiti. Lo sa bene Arianna Lago (Veneto; vive e lavora a Los Angeles), che ha voluto intitolare la sua prima mostra Surrender. Arrendersi. Arrendersi di fronte agli impulsi spontanei, che desiderano solo catturare l’attimo presente: unico, irripetibile, ed estremamente poetico. Le fotografie iconiche della recente ricerca dell’artista sono tutte scattate con questa filosofia. Cogliere piccoli dettagli di quotidianità, trovati per caso tra viaggi e vita cittadina.
Dal cinema alla fotografia
Dopo un esordio nel mondo cinematografico, Arianna Lago ha scoperto e seguito la sua vera passione: la fotografia. È con questo mezzo, utilizzato soprattutto in analogico, che la sua sensibilità è libera di esprimersi a pieno. Il rullino e la camera oscura danno valore al lavoro umano che si nasconde dietro il movimento meccanico. C’è pura spontaneità nel suo cogliere il momento; il colore perfetto, però, lo ottiene con la post-produzione digitale.
L’influsso del suo passato nel cinema emerge nella pellicola cromatica ad ogni inquadratura: i colori pastello, deliziosamente onirici, ricordano da vicino i film di Woody Allen. Come una regista appassionata di atmosfere retrò, Arianna esprime temi attuali legati alla sostenibilità e al ciclo della natura. Grazie a un tocco di finzione (come sempre avviene nel cinema), anche ciò che è appassito, o scartato perché rovinato, diventa gradevole alla vista. Tutta la sua ricerca è un inno a riconoscere la bellezza del presente. Impeccabile, o un po’ sciupato che sia.
Scarti alimentari e passeggiate nella natura di Arianna Lago
Ogni scatto raccolto nella mostra da Tempesta Gallery racconta una storia di genuina spontaneità. Molte foto risalgono alle sue passeggiate per boschi e prati in occasione di una delle tante commissioni. Yuka’s dream, una delle più iconiche, ricorda quell’attimo in cui trovò una piccola foglia di mimosa, mentre era con una modella. Messa la foglia sulla palpebra, scattò la foto. Tutto accadde in poco, in preda completa all’istinto creativo.
Diversa è la riflessione nascosta dietro alla serie di nature morte che restituiscono il fascino e la poesia di frutta e fiori sciupati. Ossimori di bellezza di ciò che è scartato e gettato via. Ecco che il sacco nero della spazzatura diventa lo sfondo ideale delle arance di qualche settimana prima, rimaste per sbaglio in dispensa. Ecco che da una pozza di latte andato a male, un limone ammuffito, e una foglia ingiallita, emerge uno scatto sensuale. Quasi una bagnante immersa in piscina. L’estetica è perfetta, e non si crede ai propri occhi: nulla si distrugge, ma tutto si trasforma quando si ha a che fare con la natura. Contro gli eccessi dello spreco, Arianna invita a riflettere sul possibile nuovo valore di ciò che verrebbe da buttare subito via.
Emma Sedini
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