Palermo Mon Amour. Una mitologia della Sicilia in mostra a Torino
L’umanità varia e gli scatti che documentano gli attentati di mafia, la vita spensierata e le zone d’ombra di una città multiforme. C’è tutto questo nel racconto della Fondazione Merz, attraverso la fotografia d’autore
Palermo: contraddizione arabo e normanna, sul filo del degrado e sempre desiderosa di rinascita; “in continua deflagrazione”, asfissiata nella cappa della tradizione ma in perenne tensione verso una riforma delle idee, dei metodi, che si vogliono adeguare alle esigenze moderne; innervata da morte antica e straripante di vita attualissima. Una delle capitali dei fatti di cronaca che hanno scandito le epoche della politica italiana, ma altresì centro culturale d’eccellenza – campione della produzione artistica underground – pronto a captare con ipersensibilità le innovazioni filosofiche del tempo e ad amplificarne la risonanza. È questa città multiforme la protagonista della altrettanto sfaccettata mostra Palermo Mon Amour, presso la Fondazione Merz di Torino, con le opere dei fotografi Enzo Sellerio, Letizia Battaglia, Franco Zecchin, Fabio Sgroi e Lia Pasqualino.
Palermo Mon Amour a Torino. La mostra
Fotografi, scrittori ed editori, i testimoni d’eccezione – occhi attenti, protagonisti del fertile ecosistema artistico siciliano – guidati dalla curatrice Valentina Greco, propongono una narrazione che manifesta una coerente e condivisa galleria interiore di personaggi e situazioni, dal particolare al generale della Storia e viceversa. Da una parte, si osserva il repertorio di un’umanità minore, non memorabile prima di allora, in cui “le bizzarrie e le stravaganze appaiono sotto la veste delle cose di poco conto – e sono invece la crepa nell’edificio del mondo” (Donnarumma); dall’altra, gli scatti documentaristici degli attentati e di altri eventi nodali del Novecento costituiscono un’epopea contemporanea che rimane immortalata come un monumento di interesse nazionale.
I fotografi di Palermo Mon Amour
Gli artisti in mostra conoscono gli espedienti estetici adatti per tradurre in un unico racconto modernista l’ambiente punk, le occupazioni studentesche, le nuove produzioni teatrali, il coté degli emarginati, il brulicare delle folle e i silenzi solenni e misteriosi di fronte all’operare del male. Gli spaccati di vita spensierata e malinconica di Enzo Sellerio (Palermo, 1924 – 2012); il resoconto commovente del laboratorio teatrale all’ospedale psichiatrico di Franco Zecchin (Milano, 1953); la vita mediocre tempestata di memorabili allegorie di Fabio Sgroi (Palermo, 1965); il carisma irresistibile degli outsider di Lia Pasqualino (Palermo, 1909 – 1998); la grande fotografia di inchiesta e il reportage quale sacra rappresentazione della bellezza nella crudeltà di Letizia Battaglia (Palermo, 1935 – 2022): sono i singolari capitoli che, inseriti nel continuum spaziale delle sale espositive, delineano una mitologia onnicomprensiva della società isolana e delle sue zone d’ombra.
Frutto di un dialogo che Fondazione Merz coltiva da tempo con gli artisti del territorio siciliano, Palermo Mon Amour è “uno spaccato di una città dalla storia travagliata, contraddittoria e crepitante di energie sommerse”. Una mostra che si spera prometta altri capitoli.
Federica Maria Giallombardo
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