I 20 anni di Mufoco. Storia del museo della fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo
Nel 2024 il primo (e unico) museo pubblico italiano dedicato alla fotografia contemporanea festeggerà un compleanno importante. Nell'attesa della nuova sede, l'archivio si apre a una serie di prestiti d'autore
Era sembrato dovesse chiudere per essere cooptato dalla Triennale di Milano, così non è stato: oggi, anche grazie alla vicinanza di mezzo mondo della fotografia italiano, il Mufoco di Cinisello Balsamo è più forte che mai. L’istituzione del milanese – primo e unico ente pubblico interamente dedicato alla Fotografia Contemporanea e all’Immagine Tecnologica in Italia – si appresta a celebrare i suoi primi 20 anni di attività, con un progetto di prestiti d’autore e una nuova sede.
La nuova sede del Mufoco di Cinisello
Gli spazi del museo, che dal 2004 sono quelli della secentesca Villa Ghirlanda a Cinisello, sono ora in fase di rinnovo (grazie ai fondi del Pnrr) su progetto dello studio Dotdotdot e riapriranno il 10 febbraio 2024. “Gli interventi, pensati nell’ottica dell’abbattimento delle barriere fisiche e cognitive per un Museo realmente accessibile e inclusivo, riguarderanno la hall d’ingresso e area accoglienza con il bookshop, la sala conferenze e l’area della didattica”, ha anticipato il presidente del museo Davide Rondoni. “Nei nuovi spazi il pubblico sarà accolto da un’installazione immersiva che permetterà la navigazione nelle collezioni del Museo e nei programmi di attività e iniziative, un valore aggiunto importante perché l’arte fotografica è l’arte dello sguardo. Mufoco è un museo gentile e grintoso, grazie alla sua storia, ai suoi archivi, ai suoi collaboratori e a chi ne comprende valore e potenzialità. La vocazione culturale e civile del museo è al centro anche dei suoi prossimi importanti sviluppi, e della partecipazione Mufoco a molti progetti espositivi che lo confermano punto di riferimento nazionale, e non solo, per la fotografia contemporanea”. La nuova struttura permetterà quindi di fruire non solo delle mostre, ma anche di vivere una vasta parte del suo colossale archivio, con oltre 2 milioni di fotografie di più di mille autori italiani e stranieri, organizzate in 40 fondi fotografici. Fondi che in ogni caso sono sempre accessibili online, e valorizzati attraverso una serie di mostre digitali tematiche.
La riapertura al pubblico di Mufoco – che nel frattempo continuerà ad ampliarsi con l’acquisizione della serie Photomatic d’Italia (1972-1974) dal fondo Franco Vaccari e delle opere di 10 fotografi e artisti under40 selezionati con l’open call L’Italia è un desiderio – coinciderà con l’inaugurazione della mostra di Mario Giacomelli e la presentazione di un nuovo progetto dell’artista Ilaria Turba, che (come nella tradizione del museo) ha coinvolto i cittadini nella creazione di un’opera partecipata.
Il progetto diffuso del Mufoco di Cinisello
In vista della sospensione del palinsesto delle attività espositive in sede durante i lavori, il Mufoco ha deciso di aprire il proprio patrimonio per tutto l’autunno e parte dell’inverno facendolo viaggiare in spazi prestigiosi di mezza Italia. A Milano, il museo partecipa al grande omaggio dedicato a Gabriele Basilico, offrendo ai visitatori della mostra Le mie città in Triennale (aperta fino al 7 gennaio 2024) tre nuclei di opere conservate presso i propri archivi: parliamo di oltre 1.200 opere provenienti dai fondi Archivio dello spazio (Sesto San Giovanni, 1992-1993), Milano senza confini (1998) e Paesaggio prossimo (2006-2007). Al Mann di Napoli, dal 25 ottobre 2023 al 5 febbraio 2024, il museo sarà invece co-promotore della mostra West di Francesco Jodice, sul sorgere e il declino del secolo americano tra l’inizio della Gold Rush (1848) e il fallimento della Lehman Brothers (2008). La ricerca, sostenuta nella X edizione di Italian Council, ha avuto come esito la produzione di 26 opere, confluite nelle collezioni del Mufoco. A Roma, il museo è invece presente nella grande mostra Favoloso Calvino alle Scuderie del Quirinale, con quattro opere di diversi autori; a Firenze, partecipa alla mostra degli Uffizi Camera con vista. Abi Warburg, Firenze e il laboratorio delle immagini, con l’opera di Joan Fontcuberta Homeless; infine, nel Castello Campori di Soliera – Modena, sono accolte nella mostra Il linguaggio delle immagini. Fotografia in Italia negli anni 80 e 90 ben 18 opere di Basilico, Ghirri, Castella, Di Bello, Guidi e Fossati provenienti dall’archivio del museo lombardo.
Giulia Giaume
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