Il Rio Bravo nelle foto di Zoe Leonard in mostra a Milano
Visto da vicino, il Rio Bravo che separa il Messico dagli Stati Uniti sembra assumere forme quasi umane. Lo si nota negli scatti della grande fotografa americana
Nascere fiume e trasformarsi, attraverso una coercizione politica, in una barriera militarizzata. La mostra di Zoe Leonard (Liberty NY, 1961), presentata per la prima volta in Italia alla Galleria Raffaella Cortese di Milano, racconta il suo viaggio lungo i duemila chilometri del Rio Grande/Rio Bravo.
La mostra di Zoe Leonard da Raffaella Cortese
Una collezione di quasi seicento fotografie, dal titolo Al Rìo/To the River, che riassumono l’esperienza di Zoe Leonard, vissuta su quel fiume che separa geograficamente e politicamente gli Stati Uniti dal Messico. Ogni immagine, stampata ai sali d’argento, ha una cornice nera che simula l’occhio: un espediente con cui l’artista ci accompagna con sé donandoci il suo sguardo sul mondo.
Nella serie From the Los Ebanos Crossing la fotografa pare sia inseguita da (o insegua) un elicottero che controlla i suoi movimenti dall’alto. Tutto è giocato su una prospettiva inversa: chi sarà l’intruso?
La più toccante e poetica sezione? Sono i Prologue: momenti di dialogo intimo in cui Zoe, seduta su uno scoglio, dialoga con l’acqua del fiume in un ritorno all’elemento ancestrale. Il liquido diventa corpo e si racconta. Osservate da vicino, le immagini ricordano l’epidermide al microscopio. Si legge nel catalogo della mostra: “A river is a body of water. It has a foot, an elbow, a mouth. It runs. It lies in a bed. It can make you good. It has a head. It remembers everything”.
Martina Massimilla
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