Acqua Sant’Anna punta sul mondo dell’arte. Si inizia con una mostra di fotografia a Milano
È Silvano Pupella il primo artista chiamato a interpretare i valori e l’immagine della storica azienda italiana con sede nel cuneese
È ormai fondamentale nel panorama contemporaneo l’accostamento arte e impresa, sia per gli artisti che vengono sostenuti nella loro ricerca sia per le aziende che stanno modificando il proprio modo di comunicare, non più solo pubblicitario ma anche e soprattutto creativo e valoriale. Un nuovo esempio è Acqua Sant’Anna, storica impresa italiana che dal 1996 opera a Vinadio, in provincia di Cuneo. La volontà, su iniziativa del presidente e AD Alberto Bertone, non è mossa da dinamiche di mecenatismo o sponsorizzazione, bensì da un ampio intervento di “culturalizzazione” dell’azienda, al fine di creare scambi significativi e produttivi, oltre a occasioni di visibilità inedite. “La passione per l’arte che nutrivo al di fuori del contesto lavorativo mi ha portato a desiderarla anche in Sant’Anna. Mi piace poter dare massima libertà agli artisti, sia emergenti sia affermati, nell’interpretazione del mondo dell’acqua minerale. Non mi interessa solo il lato commerciale, ma trasmettere qualcosa in più attraverso l’immagine di Sant’Anna”, racconta ad Artribune Bertone. Il sodalizio sarà inaugurato il prossimo 8 aprile 2024 con la mostra fotografica Acqua – Liquida bellezza dell’artista Silvano Pupella, ospitata alla Galleria Still di Milano e curata per l’occasione da Denis Curti.
“Acqua – Liquida bellezza”, la mostra di Acqua Sant’Anna a Milano
Non è casuale la scelta di iniziare con Silvano Pupella, che per oltre 30 anni, prima di dedicarsi alla fotografia (esponendo dalla Casa dei Tre Oci di Venezia alle Mirafiori Galleria di Torino e dal MIA Photo Fair di Milano a Fotofever di Parigi), è stato a sua volta manager di impresa: “realizzare progetti corporate per mezzo di un linguaggio evocativo è la mia chiave personale per restituire alla collettività una realtà vissuta e non più unicamente immaginata. Tramite lo storytelling visivo porto in superficie le radici dell’azienda, indago ogni frammento della sua storia per raccontare quelle dinamiche e quei sentimenti che stanno alla base di un brand di successo”, racconta Pupella. La mostra, in programma fino al 24 aprile 2024 alla Galleria Still di Milano, presenterà oltre 50 scatti realizzati a Vinadio, nel cuneese, sede dello stabilimento di Acqua Sant’Anna Spa. Dallo scorrere dell’acqua dalla sorgente ai passaggi di produzione, passando per il movimento delle imbottigliatrici e la silenziosa danza dei robot, fino ai sorrisi dei dipendenti, l’artista intende “attuare un processo di sensibilizzazione verso il rapporto che le grandi istituzioni hanno con il pubblico, altresì conferire la giusta dignità e il corretto rilievo ai propri dipendenti e collaboratori”, continua il fotografo, mentre il curatore Denis Curti dichiara ad Artribune: “il lavoro di Pupella si inserisce nel solco delle grandi esperienze di fotografi con realtà corporate, artisti chiamati per raccontare la storia delle aziende, come Henri Cartier-Bresson o Martin Parr che hanno prestato i loro occhi per la realizzazione di una comunicazione inedita. Infatti, già dal dopoguerra il mercato della produzione capisce che deve andare oltre la documentazione industriale e per fare questo chiama fotografi fuori contesto”.
“Acqua – Liquida bellezza” e il connubio arte e impresa con Acqua Sant’Anna
La contaminazione artistica nella strategia aziendale diventa anche uno strumento di welfare, un valore aggiunto che è in grado di migliorare non solo l’ambiente lavorativo ma anche le relazioni sociali che si creano all’interno di esso. Infatti, dopo la mostra di Silvano Pupella, la nuova attività di Acqua Sant’Anna sta già coinvolgendo altri artisti italiani con riconoscimenti internazionali – come Alessandro Ciffo, Gérard Courbouleix–Dénériaz (in arte Razzia) e Marco Lodola – per una mostra permanente che verrà allestita nella sede aziendale di Orbassano, in provincia di Torino. “Non possiamo dimenticare il contributo di artisti moderni e contemporanei alla pubblicità. Penso anche all’esempio di Campari, il mondo corporate ha bisogno di poesia e arte. I giovani artisti di oggi hanno capito che il vero referente della produzione fotografica non è più l’editoria (ahimè!) ma queste realtà, sia private sia istituzionali”, prosegue Curti. Spesso, infatti, da queste collaborazioni nascono progetti autonomi, “è interessante notare come il lavoro nasca con determinate prospettive ma poi, spesso e volentieri, l’azienda stessa una volta che ha davanti a sé un certo tipo di narrazione scopre che si possono utilizzare strumenti diversi e inediti e il progetto esplode diventando, come in questo caso, una mostra”, conclude Silvano Pupella.
Caterina Angelucci
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