Chi era Brassaï, il fotografo ungherese che ha immortalato Parigi

La retrospettiva al Palazzo Reale di Milano è curata da Philippe Ribeyrolles, studioso e nipote del fotografo che è in possesso di un’importante collezione di foto del maestro

Brassaï è stato un fotografo intenso, intelligente, con uno sguardo penetrante e ironico. Il Comune di Milano in collaborazione con Estate Brassaï Succession gli dedica una bella mostra di 200 stampe vintage. Si tratta di una ricostruzione del suo cammino anche attraverso disegni, sculture, da lui realizzati e la proposta di una serie di documenti e oggetti che gli sono appartenuti. 
La retrospettiva è curata da Philippe Ribeyrolles, studioso e nipote del fotografo che è in possesso di un’importante collezione di foto del maestro e di una cospicua documentazione relativa al suo lavoro di artista.

Chi era il fotografo Brassaï

Brassaï è il suo pseudonimo derivante dalla sua città natale Brassó, in Ungheria, il suo vero nome era, infatti, Gyula Halász. Nato nell’ultimo anno del XIX secolo ha avuto un percorso esistenziale assai legato alla storia delle avanguardie. Portato a Parigi dalla famiglia nel 1902, a soli tre anni, ha vissuto la sua lunga vita nella capitale francese, che ha fotografato in lungo e in largo sia da un punto di vista urbanistico che sociale come si può comprendere visitando la raffinata mostra milanese, accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale. 

Le foto di Brassaï a Parigi

Importanti per comprendere a pieno il suo lavoro i rapporti con i protagonisti dell’arte del ‘900 da Picasso, Dalí e i SurrealistiMatisse. I suoi lavori su e con Picasso sono celeberrimi, protagonisti di importanti pubblicazioni. Tra le sue immagini più famose quelle dedicate a Parigi di notte con i suoi protagonisti: lavoratori, prostitute, clochard, artisti, girovaghi solitari. Del 1933 è il prezioso volume Paris de Nuit.  Collaboratore della rivista surrealista Minotaure ha conosciuto in quell’ambito alcuni personaggi della storia che hanno fatto la storia della cultura del XX secolo: André Breton, Paul Éluard, Robert Desnos, Benjamin Péret e Man Ray. Intenso il rapporto con Colette. 

La mostra su Brassaï

La mostra riesce a fare il punto su una pagina importantissima della fotografia del ‘900, Brassaï nonostante la sua grandezza è assai meno conosciuto dal grande pubblico rispetto a un altro grande francese, Henri Cartier Bresson, le cui mostre sono assai frequenti.  L’artista ha fatto parte della “scuola” francese di fotografia umanista, proprio in virtù del suo sguardo empatico capace di cogliere, di andare oltre le apparenze.  Molto belle sono alcune immagini in mostra, dedicate al mondo animale. È evidente la sua passione per i gatti. È datata tra il 1930 e il 1931 la bella foto intitolata Il riposo del gatto e i topi bianchi, dove il felino se la dorme accompagnato da un gruppo di topolini, sistemati tra le sue zampe. È come un messaggio di fraternità in un Europa che stava andando a rotoli.  

Brassaï, Couple d'amoureux dans un café parisien, Place Clichy © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles
Brassaï, Couple d’amoureux dans un café parisien, Place Clichy © Estate Brassaï Succession – Philippe Ribeyrolles

Brassaï, i gatti e l’America

Forte è stato il suo legame con gli Stati Uniti dove ha avuto un’assidua collaborazione con la rivista Harper’s Bazaar negli anni di Aleksej Brodovič. Molti i protagonisti della vita artistica e letteraria francese. Soggetti pubblicati nel volume Les artistes de ma vie, del 1982, due anni prima di andarsene: un prezioso lascito che ci aiuta a immergerci a capofitto nelle storie della ville lumière.

Angela Madesani 

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Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

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