Perimetro e Parallelozero aprono un nuovo canale di distribuzione per i fotografi
La partnership, che inaugura a giugno 2024, permetterà a una forte community di fotografi di accedere alle vie preferenziali di un'agenzia. Ne abbiamo parlato con il fondatore di Perimetro, Sebastiano Leddi
“In un’epoca in cui il linguaggio visivo ridefinisce molti parametri comunicativi e il fotogiornalismo si trova insieme all’editoria in una fase di trasformazione, l’agenzia Parallelozero e la community di fotografi Perimetro annunciano una partnership volta a creare un nuovo canale di distribuzione”. Sembra aprire una nuova finestra su un mondo ancora poco accessibile l’annuncio congiunto delle due realtà con base a Milano (e sedi anche nel resto d’Italia). Con l’obiettivo di “identificare e diffondere storie fotogiornalistiche o di rilevanza editoriale nazionale e internazionale”, la forte community di fotografi – spesasi anche per cause come quelle dell’Ucraina e della Palestina – ha stretto una partnership con un’agenzia di comunicazione digitale che aiuti talenti (nuovi e rodati) ad affrontare gli ostici processi della pubblicazione aprendo un canale diretto per sottoporre i propri progetti (le istruzioni a questo link). Ne abbiamo parlato con il fondatore di Perimetro, Sebastiano Leddi.
Intervista a Sebastiano Leddi sulla partnership tra Perimetro e Parallelozero
Cos’è questo nuovo “canale di distribuzione” per fotografi messo in campo con Parallelozero?
Tutto nasce dal fatto che vogliamo creare una pratica diversa rispetto a quella delle agenzie, in cui i fotografi devono lavorare a stretto contatto con loro e in esclusiva. Noi vogliamo chiamare all’azione la nostra community, sempre rispettando gli standard giornalistici, superando certe dinamiche esclusive e scegliendo direttamente i progetti. Anche perché riceviamo quotidianamente lavori molto belli da tutta Italia e dall’estero, quindi ci siamo detti che potrebbe essere interessante essere, oltre che publisher, anche distributor.
Cosa accade una volta che un progetto viene scelto?
Quelli che vengono individuati come “progetti idonei” verranno distribuiti da Parallelozero, che come Contrasto, Prospect e Magnum confeziona i progetti prima della vendita, e quindi venduti direttamente ai media italiani e internazionali. Il ricavato viene ridistribuito tra Perimetro, Parallelozero e soprattutto va ai fotografi. È una specie di nuova economia.
Parliamo di fotografi professionisti?
Non solo: possono partecipare i professionisti come gli amatori, i giovani o gli affermati. Certo, questo processo è pensato prima di tutto per chi normalmente non ha la possibilità di entrare in dialogo con i photo editor e le persone dentro alle redazioni che poi acquistano i progetti.
È un po’ un modo di rompere quel gatekeeping tipico di un certo giornalismo?
In un certo senso. Il giornalismo e la fotografia stanno cambiando, e ci sono molti racconti che possono essere rappresentativi dei giorni d’oggi su scala locale e internazionale, dal climate change alla diversity, dove spesso non ci sono fotografi delle agenzie. Noi però sì. E non creiamo esclusive, semplicemente prendiamo le singole storie e permettiamo l’accesso alle grandi testate.
Stiamo assistendo alla morte delle agenzie?
Nì: è sicuramente un sistema che fa riferimento a degli schemi antichi, ed è indebolito, però allo stesso ha una dinamica molto rodata: ai fotografi servono persone che, dall’agenzia, parlano con i photo editor. Tutto ciò che ha a che fare con l’intermediazione si è molto indebolito con internet, in tutti i settori, dai viaggi alle case, ma in certi casi sopravvive l’utilità dei canali già consolidati grazie a un rapporto di fiducia: queste figure dentro i giornali ricevono tantissimi progetti, e devono poter fare una selezione a monte.
Un modo di rendere queste persone, e le redazioni, più accessibili da fuori.
Sì, i fotografi non riescono a parlare con le persone interne alle redazioni senza avere già dei rapporti personali: noi vogliamo oliare queste dinamiche, e amplificare i progetti di valore. Soprattutto degli esordienti, che sono quelli che hanno dato corpo alla community di Perimetro.
È un po’ il vostro cuore, quello della community.
All’inizio pensavo stessimo facendo una rivista, poi mi sono reso conto che noi siamo prima di tutto una community, che ogni tanto produce prodotti cartacei, mostre e altro.
A quando i dettagli sui progetti selezionati?
Il 5 giugno faremo un webinar per raccontare la collaborazione e questa nostra visione. Poi ci prenderemo almeno un mese per fare la preselezione dei progetti da rivedere con Parallelozero e da presentare, alla fine, ai giornali.
Giulia Giaume
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